Intervista a Chiara Mastroianni, arts manager di Urban Portraits

Intervista a Chiara Mastroianni, arts manager di Urban Portraits

Chiara Mastroianni, art manager del progetto artistico Urban Portraits ha concesso un'intervista a Female World.

Chiara Mastroianni – Urban Portraits è un progetto artistico che prevede 10 mostre fotografiche a tema, svolte in successione. Ideato da Spazio Ginko, ha preso il via grazie alla collaborazione e al contributo di dieci giovani professionisti specializzati in diversi campi. Dopo le prime due mostra ‘Public Spaces’ e ‘Water’, oggi avrà inizio la terza, ‘Old&New Experiments’, che si terrà presso il Chiostro del Bramante. Female World ha contattato l’arts manager di Urban Portraits, Chiara Mastroianni, che ha gentilmente risposto alle nostre domande.

chiara mastroianni

Urban Portraits è un progetto che ha avuto origine da Spazio Ginko. Che cos’è?
Spazio Ginko è uno spazio espositivo che nasce in realtà come studio di comunicazione. Manlio Paglione, il titolare, ha deciso di ‘sfruttarlo’ anche per dare spazio ad artisti emergenti e ha creato appunto questo spazio d’arte contemporanea, rivolto ad artisti emergenti e non. Diciamo che nel panorama artistico romano è complicato venir fuori, si chiama Spazio non a caso“.

E’ stato Spazio Ginko a contattare gli altri collaboratori di Urban Portraits?
Si, molti di noi sono conoscenti, persone con cui Manlio ha lavorato precedentemente“.

Qual è l’obiettivo dietro le 10 mostre del progetto?
Innanzitutto è quello di sollevare lo spirito del panorama romano e dare un contributo e uno stimolo alla fotografia e all’ambiente culturale in genere, in questo periodo atrofizzato. Vogliamo anche dare spazio ad artisti stranieri, visto che la risposta viene maggiormente da artisti di fuori, che contribuiscono con il loro punto di vista a descrivere luoghi e tematiche“.

Quanto tempo è stato necessario per elaborare l’idea del progetto?
L’idea si è concretizzata fisicamente a gennaio. Manlio ha fornito quest’input descrivendo questo progetto e ognuno porta il proprio contributo e la propria competenza all’interno di vari settori: c’è chi si occupa dei fotografi, chi della ricerca delle location, chi pensa alle grafiche“.

La seconda mostra, ‘Water’, è terminata il 10 ottobre e sta per iniziare la terza. Che riscontro avete avuto con le prime due? Le vostre aspettative si sono realizzate?
Si, soprattutto con la seconda. La prima era una prova, un trampolino di lancio. ‘Water’ a Casina Valadier è stata molto più soddisfacente anche dal punto di vista dei fotografi e delle immagini che abbiamo selezionato. Molti giornalisti hanno detto che il livello qualitativo si è alzato rispetto alla precedente. E’ comunque un progetto in evoluzione e speriamo vada sempre meglio“.

Perché la scelta dei ‘Ritratti Urbani’ come tematica principale di Urban Portraits?
Perché il vivere nella città non è solamente un vivere fisico, ma può essere anche mentale. I vari temi: trip, water, architettura, luogo pubblico, non sono solamente concetti fisici e rispecchiano diverse culture. E’ un confronto dell’uomo che vive la città fisicamente in rapporto con le architetture“.

Le otto mostre future, come le prime due, saranno ad ingresso gratuito?
E’ nostra intenzione, dipende però dalla sede che ci ospita. Dovremmo fare una mostra alla Casa dell’acqua e li potrebbe esserci un biglietto da pagare proprio per l’ingresso nella struttura, indipendente da noi“.

Puoi anticiparci qualcosa sulla prossima mostra?
La prossima mostra sarà ‘Old&New Experiments’, avrà inizio il 14 ottobre al Chiostro del Bramante. Al titolo si affianca ‘expreriments’ poiché ci saranno in esposizione delle foto non così immediate come quelle che abbiamo visto di ‘Water’ e ‘Public spaces’, ma sono molto più concettuali e grafiche. Anche la scelta del Chiostro del Bramante, un edificio antico, che si unisce al tipo di elaborazione più moderna delle foto, richiama il tema ‘Old&New’“.

Cosa cerchi nelle foto che selezioni per le esposizioni?
Ne vedo tantissime di foto e non parlo per vanto. Ce ne sono molte che sembrano uguali e io devo partire con l’idea di trovare un qualcosa di diverso, non troppo, ma leggermente sopra le righe, magari con colori particolari, linee poste in un certo modo. Devo anche valutare quanto immediate possano risultare a chi guarda, cerco la chiarezza, ma anche la complessità perché non vuol dire che se una foto è complessa sia difficile da capire, anzi può essere uno stimolo. Ovviamente non posso scegliere 30 foto complesse, voglio piuttosto che sia l’eccezione. Considero inoltre il fatto della vendita, non tutte le foto ‘belle’ sono facili da vendere“.

Quali sono i grandi fotografi del passato o contemporanei che segui e che ti ispirano?
Non faccio fotografia da tanto, circa da cinque anni. Più che il fotografo mi interessa il genere. Mi piacciono molto i ritratti o comunque foto in cui le persone sono i soggetti. Ultimamente, per questo progetto, mi sono avvicinata anche al tema del paesaggio“.

Ringraziamo Chiara Mastroianni per la disponibilità e le auguriamo in bocca al lupo per il suo lavoro.

COMMENTI

WORDPRESS: 0