Infibulazione: divieto alla maternità

Infibulazione: divieto alla maternità

L’infibulazione è una vera e propria tortura: l’invasività della pratica e la mancanza di igiene trasforma il periodo successivo in una sempre crescente sofferenza, perché il dolore causato, sia fisicamente che psicologicamente, sarà sempre maggiore

25 Novembre 2013 – Oggi, 25 Novembre 2013, è la giornata Nazionale contro la violenza sulle donne. L’emancipazione femminile ha raggiunto un buon livello, tanto che la donna è considerata alla pari con l’uomo. Purtroppo però, in molti casi rimane una parità solo teorica, gli episodi di femminicidio sono ancora presenti e tra le pratiche di schiavizzazione e sottomissione della donna, la più terribile è quella dell’infibulazione. Questa pratica, nega il diritto naturale di una donna: la procreazione. I paesi a maggior numero di donne che hanno subito mutilazioni genitali sono la Somalia e il Sudan del Nord, seguiti dalla Sierra Leone e dai Gibuti, Gambia e Liberia.

infibulazione e maternità

Che cos’è l’infibulazione – L’infibulazione è una mutilazione genitale femminile. Consiste nell’asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita di urina e sangue mestruale. Il taglio è fatto senza nessuna precauzione anestetica o disinfettante, l’incisione è effettuata con una lama di coltello, un paio di forbici, un pezzo di vetro affilato, o una scheggia di metallo. In questo modo, la ragazza non avrà desiderio sessuale e sarà scucita solo una volta sposata. A praticare l’infibulazione sono proprio le donne su altre donne, madri che sacrificano le proprie figlie, perché la tradizione culturale porta le donne stesse a non considerare questa pratica una mutilazione genitale; è la legge dei padri trasmessa dalle madri.

Infibulazione, divieto di diventare mamma –  Il dono più grande che le donne hanno ricevuto è quello della maternità: portare in grembo per nove mesi un’altra vita è davvero la cosa più preziosa al mondo. Il legame che si crea è indelebile e si protrae per tutta la vita. L’infibulazione è una vera e propria tortura: l’invasività della pratica e la mancanza di igiene trasforma il periodo successivo in una sempre crescente sofferenza, perché il dolore causato, sia fisicamente che psicologicamente, sarà sempre maggiore. Le normali funzioni del corpo diventano difficoltose ed anche la maternità diventa un’esperienza molto difficile; quindi chi riesce di loro a diventare mamma, non ha la possibilità di vivere questo momento con la tenerezza che l’accompagna. Così, queste donne sono costrette a diventare mamme, quando lo deciderà la sua famiglia d’origine, a diventare mogli dell’uomo prescelto e non per amore.

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    […] – In Africa dicono: “Come una colomba…”, facendo riferimento alla vulva delle donne infibulate, cucita, liscia e piatta. Durante questa pratica, che consiste nell’asportazione del clitoride, […]