A Prato, la città italiana con la più grande comunità cinese si consuma una tragedia, 7 cinesi muoiono vittime dell' incendio della fabbrica - dormitorio dove vivevano in disumane condizioni di sfruttamento per un azienda tessile. Altri due feriti sono in gravi condizioni.
I nuovi cittadini – A Prato la comunità cinese vanta circa 25.000 individui stanziati stabilmente nel territorio. Ciò la rende la città italiana con la maggiore presenza cinese, tale da essere tra le prime anche in Europa. Questo piccolo polo industriale ha attirato l’imprenditoria cinese che piano piano si è interessata e ha stanziato i propri lavoratori in quell’area.
Questo meccanismo effetto dell’economia globalizzata che muove la nostra realtà, sta avvenendo in ogni dove e non è in dubbio che in qualche modo ci siamo già abituati. Ad alcuni effetti di questo meccanismo però, non ci abitueremo mai,.
Il dramma in Via Toscana – Ieri mattina all’alba il cielo di Prato tremola illuminato dall’ incendio di una fabbrica tessile, il fumo addensa l’aria circostante mentre echeggiano le sirene. In quella fabbrica non si lavorava solo, si mangiava, si dormiva, ci si lavava, spogliava e vestiva. Ci si ammalava e ci si moriva anche.
Le fabbriche dormitori dello sfruttamento lavorativo dei cinesi sono una conseguenza di un imprenditoria folle, che viola la dignità umana e condanna centinaia di vite. Il bilancio, in questo caso, è di sette morti, due feriti gravi.
A chiamare i soccorsi è stato Leonardo Tuci, un ex carabiniere – ”Stavo passando con la mia auto quando ho visto una colonna di fumo provenire dal capannone. Mi sono avvicinato e ho visto che c’erano alcuni cinesi che mi venivano incontro piangendo e urlando. Sono corso verso il capannone e ho visto un cinese che con un estintore in mano cercava di spegnere l’incendio. Allora ho preso anche io un estintore per aiutarlo. Era stremato, anche per il freddo, e continuavo a sentire le urla.”
La procura di Prato ha aperto un inchiesta per il reato di omicidio colposo plurimo – Chi di dovere garantisce che andrà a fondo riguardo questa vicenda. Pare obbligatorio però segnalare quanto poco di faccia in termini di prevenzione e controllo, nonostante la consapevolezza della presenza di questa grave violazione umana nel circuito del mercato del lavoro italiano. Vediamo negozi italiani fallire ed essere rimpiazzati qualche settimana dopo da vendotutto cinesi perennemente semivuoti, e ci viene da odiare il commesso seduto la dentro. Troppo spesso la guerra è tra poveri e chiunque la vinca ha ucciso uno schiavo.
COMMENTI