In tempi di crisi studentessa vende foto hard

In tempi di crisi studentessa vende foto hard

Per scacciare crisi, una studentessa dell’Università di Napoli vende proprie foto hard

In attesa del 110 vende proprie foto hard. È ciò che ha escogitato Mary, una studentessa dell’Università di Napoli. A segnalare la cosa è stato il portale «Skuola.net».

Non siamo al livello delle baby squillo ma si tratta, ad ogni modo, dell’ennesimo esempio di ragazze disposte a vendere il proprio corpo, in questo caso in cambio di uno scooter. E l’annuncio era affisso all’università assieme ai tanti annunci di affitti e ripetizioni affissi alle bacheche. “In attesa del 110, giovane laureanda invia le proprie foto”.

Vende le proprie foto all’Università e su facebook – La ragazza per avere più «clienti» aveva creato una fanpage su facebook «Maryinattesadi110», proprio con l’intento di scambiare foto osè dietro compenso. Unico modo di uno scooter nuovo. Infatti scrive: «Al momento è l’unico modo che ho per avere uno scooter nuovo». E intanto si chiede (sempre sul cartello): «Avrò mai la mia indipendenza economica?».

Per scacciare crisi, una studentessa dell’Università di Napoli vende proprie foto hard

Per scacciare crisi, una studentessa dell’Università di Napoli vende proprie foto hard

Quando il motivo è la crisi – In Italia si parla ormai di crisi nera. Un imprenditore assume un giovane se gli serve, cioè se ha lavoro, tuttavia ad oggi prima di farlo ci pensa su due volte . Le assunzioni che comunque avvengono sarebbero state fatte anche in mancanza di incentivi. Al ministero del Lavoro affermano che i primi incentivi stanziati a giugno sono stati poco utilizzati e sulle assunzioni dei giovani le imprese vanno con i piedi di piombo. Senza una ripresa dei consumi, infatti, le aziende non investono. Per questo bisogna cercare di creare domanda, consumi, cioè lavoro per le imprese che, a quel punto, assumeranno anche senza incentivi.

L’economia è talmante allo sbando che nel Mezzogiorno, è in crisi anche il sommerso. Come dire, in assenza di nuovo lavoro risulta inutile qualsiasi provvedimento che incentivi le assunzioni.
Una strada dalle politiche attive – Una via percorribile per risalire la china della crisi sembra essere quella delle cosiddette politiche attive del lavoro: formazione, l’apprendistato. Un mix tra scuola e lavoro anche attraverso tirocini e stage.

Il rischio è che le risorse vengano disperse solamente in una miriade di iniziative che restano più un simbolo che un’offerta lavorativa vera e propria.  Un po’ come accade per la formazione, fatta più per i formatori che per chi cerca lavoro. Per evitare tutto questo un esempio è seguire i modelli esteri che funzionano.

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