La vacanze stile Barbie per bambine dai 2 ai 10 anni
Il villaggio Barbie – Che il potere di Barbie finisse nell’era di videogiochi e smartphone, sapevamo benissimo non sarebbe successo. Ma se da una parte vi sono iniziative intelligenti, che sfruttano la bambola giocattolo per crearne una su misure più “umane”, come quella Lammily di Nickolay Lamm, dall’altra il prezioso giocattolo della Mattel ha ancora la sua validità per molti. Protagonista è il Forte Village Resort di Pula, in Sardegna, che ha ben pensato di inaugurare un villaggio Barbie dove tutte le bambine dai 2 ai 10 anni possono vivere “da Barbie”, appunto, con tutti gli accessori del caso: camere rigorosamente rosa, trousse e prodotti da bagno all’insegna del glam. In più, si prevede un momento da condividere con le proprie mamme e l’incontro con una Barbie in carne ed ossa: la realizzazione del loro sogno fra le mani.
Le critiche – L’iniziativa del Forte Village Resort, possibile grazie ad un supplemento di 550 euro, ha scatenato subito le polemiche. La femminista inglese Caroline Criado-Perez così dichiara: “Quello che trovo più demoralizzante è la pressione sulle bambine già da piccolissime: devono amare il colore rosa, devono volere che tutti le guardino, devono rendersi ‘carine’. Poi però quando sono adulte le critichiamo per l’importanza che attribuiscono all’aspetto fisico.” E’ inevitabile, infatti, che attraverso questa iniziativa, anche se pensata in un’ottica commerciale, si perpetuino stereotipi di genere: e così ancora una volta Barbie assurge a modello di “vita”, nei due sensi possibili, con tutti i problemi che ciò comporta. Come ha affermato Vincenza Palmieri, direttrice dell’istituto nazionale di pedagogia familiare, Barbie veicola con sé rappresentazioni sociali (di volta in volta Barbie è una donna con un diverso ruolo) e quindi determinate aspettative, ma anche e soprattutto una ben precisa percezione del proprio corpo. Appare quindi elusiva l’affermazione di Alessandra Miranda, responsabile marketing per l’Italia della Girls Unit di Mattel: “Pensiamo che attraverso i giochi che ormai sono un vero lifestyle, le bambine possano immaginarsi grandi”. Perché l’importante non è il diventare grandi, ma il come.
Ora anche su LinkedIn – E adesso che Barbie ha conquistato tutti i social network, da facebook a twitter a instagram e ora anche LinkedIn, l’operazione è completa anche sul web. Barbie si presenta come “Incubatrice di sogni” al grido di “Se puoi sognarlo, puoi esserlo!”: forse intende dire che tutte le donne possono realizzare il sogno di essere come lei? Ruth Handler, l’ideatrice di Barbie, così ha affermato in passato: “La mia intera filosofia riguardo Barbie era che attraverso la bambola, le bambine potevano essere chiunque volessero essere. Barbie ha sempre rappresentato il fatto che una donna ha delle scelte.” Il concetto filosofico è notevole, ma non tiene conto di un fatto: Barbie rappresenta e veicola forti stereotipi sulla donna, sul suo corpo e sui suoi comportamenti. Ed essendo un giocattolo per bambini, difficilmente dà una reale scelta a chi la usa, ma piuttosto impone, in maniera sottile –ma poi neanche tanto – un modello.
COMMENTI
[…] “problema” in tutti i modi. Due mamme però hanno deciso di squarciare questo poster di stereotipi, sostenendo che è arrivata l’ora di celebrare le donne vere, i corpi reali e, soprattutto, […]
[…] prettamente maschile per lungo tempo e, tuttora, esiste una cultura che educa in base a questi stereotipi. Basta guardare ai giocattoli per bambini – una bambola per lei, il piccolo chimico per lui – […]
[…] la scuola delle principesse – Ci risiamo: non bastava una vacanza su misura di barbie, inaugurata in un resort a Pula, in Sardegna, adesso c’è una vera e propria scuola: la scuola […]