Il Premio UNESCO/Guillermo Cano per la libertà di stampa del 2013 è stato riconosciuto a Reeyot Alemu, giornalista etiope in prigione, accusata di terrorismo. Sarà assegnato oggi in Costa Rica, durante le celebrazioni in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa.
Il Premio UNESCO/Guillermo Cano per la libertà di stampa del 2013 è stato riconosciuto a Reeyot Alemu, giornalista etiope in prigione, accusata di terrorismo. Sarà assegnato oggi in Costa Rica, durante le celebrazioni in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa.
Reeyot Alemu impegnata in Etipia – Reeyot Alemu si è impegnata a trattare il tema della povertà, della parità dei sessi, delle questioni politiche e sociali in Etiopia; è stata premiata per «l’eccezionale coraggio, la resistenza e l’impegno per la libertà d’espressione». La sua casa editrice e la rivista Change, fondate nel 2010, sono state chiuse dalle autorità. Poteri più forti delle verità che Reeyot Alemu vuole diffondere: è stata infatti arrestata nel 2011 e condannata a 5 anni di prigione, con l’accusa di terrorismo, a causa dei suoi articoli sulla rubrica che teneva per Feteh, un settimanale etiope. Una legge, quella che ha permesso di imprigionare la giornalista, denunciata da tempo da molte associazioni che promuovono il rispetto dei diritti umani.
Premio UNESCO per la libertà di stampa – Creato nel 1997 dal Comitato Esecutivo UNESCO, il Premio UNESCO per la libertà di stampa porta il nome di Guillermo Cano, giornalista colombiano, direttore di El Espectador, ucciso nel 1987 per aver denunciato il narcotraffico del suo Paese. Conferito ogni anno, con un assegno di 25.000 dollari, premia il lavoro di un individuo o di un’organizzazione che hanno dato un contributo importante alla difesa e/o alla promozione della libertà d’espressione nel mondo.
Giornata mondiale della libertà di stampa – Reyoot Alemu si trova tuttora in prigione, nella periferia di Addis Abeba, in un contesto come quello etiope in cui il concetto di libertà d’espressione, e in senso più lato di diritti umani, non è proprio concepita culturalmente. Non bisogna però purtroppo arrivare fino in Etiopia per vedere questi principi in pericolo. E la Giornata mondiale della libertà di stampa, istituita venti anni fa, serve proprio a non dimenticarlo: ricordiamoci che in Italia, al 57° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, i giornalisti e i media subiscono continuamente attacchi dalla classe politica e non solo; molti non hanno ancora capito quanto certe libertà, specialmente quelle di stampa e d’espressione, siano importanti e necessarie per rendere uno Stato veramente libero.
Piera Boca
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