Il Piccolo Principe: poesia e incanto al cinema

Il Piccolo Principe: poesia e incanto al cinema

Il Piccolo Principe di Mark Osborne è nelle sale dal primo gennaio 2016. Una realizzazione cinematografica del capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry perfettamente riuscita, ricca di bellezza e di poesia. Un modo perfetto di cominciare questo 2016.

Il Piccolo Principe non è solo un libro, il personaggio creato da Antoine de Saint-Exupéry è talmente grande da essere diventato un mito contemporaneo, e Mark Osborne ha saputo raccontare in maniera eccellente questo mito in tutta la sua bellezza, nel suo film al cinema dal 1° gennaio 2016. Per moltissimi il libricino del Piccolo Principe è la copertina di Linus che permette di tenere per mano il bambino che ognuno di noi è stato, e il regista (già autore di Kung Fu Panda) è stato in grado di restituire le emozioni di chi il libro lo ha amato, lo ha vissuto, lo ha sofferto.

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UNA CORNICE TROPPO VERA – Il colpo da maestro di Mark Osborne è stato quello di non limitarsi a raccontare una storia che tutti in fondo conosciamo, il regista ha infatti saputo creare una cornice al racconto di Antoine de Saint-Exupéry in grado di restituire il senso del leggere oggi, come nel 1943, la storia del Piccolo Principe. Nella bambina senza nome, protagonista del film, vediamo i nostri bambini, che crescono in un mondo grigio, geometrico, ben organizzato, che vivono le loro perfette vite impegnate da adulti in miniatura, vite pianificate fin dalla culla per adeguarsi ad un mondo in cui nessuno riesce ad essere veramente felice, perché la felicità è stata dimenticata, perché la felicità non si omologa e non si pianifica. Nell’intreccio di diverse tecniche di animazione, in grado di restituire mondi meravigliosi, si sviluppano la storia della bambina, quella dell’aviatore, quella del Piccolo Principe, in un vortice di poesia in grado di suscitare emozione e commozione dall’inizio alla fine.

IL SEGRETO È NON DIMENTICARE – Quando la bambina senza nome incontra lo strambo aviatore che le racconta del Piccolo Principe si accorge di aver dimenticato di essere una bambina. Nell’assaporare per la prima volta un’infanzia che non è solo una fase della vita, ma un modo di essere, si accorge di non voler più crescere, perché diventare adulti è un gioco in cui si ha solo da perdere. Niente di più vero. Ma questo film riesce a restituire il senso più profondo del romanzo, che è una guida non tanto per essere e rimanere bambini, ma per diventare dei “meravigliosi adulti”. Perché crescere è inevitabile, ma per farlo non si può pagare un prezzo troppo alto, e il segreto è non dimenticare chi siamo, chi eravamo, chi abbiamo amato. Perché dimenticando consumiamo tutta la bellezza, che si sgretola, diventa polvere, e vola via.

Chiara Di Macco

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    […] i panni di Captain America, per la gioia dei fan. “Ogni cosa fatta dalla Marvel è oro cinematografico. Dopo il quarto Avengers formalmente non ne devo fare altri. Se vogliamo proseguire la nostra […]