Già nel grembo materno, il bebè prova alcune sensazioni. Con la nascita, con le prime esperienze, il suo mondo interiore si arricchisce e si manifesta via via nelle espressioni del viso.
Saper interpretare le richieste del bebè – I neonati, fin dai primi giorni di vita, usano un vero e proprio linguaggio, fatto di sguardi, espressioni, vocalizzi e pianti. Il compito dei genitori è quello di interpretare il linguaggio del bebè e cercare di decodificare i suoi messaggi; realizzano ciò, tentando di mettersi in sintonia con il bambino. La capacità del genitore sta nel leggere il segnale e rispondere in modo adeguato. L’espressività del piccolo si basa su quattro stati d’animo fondamentali: benessere, caratterizzato da occhi socchiusi, viso disteso e bocca sorridente; neutralità, data da occhi aperti, bocca moderatamente sorridente; disagio, occhi aperti, fronte leggermente corrugata, bocca poco aperta e infine dolore, dimostrato con occhi chiusi, fronte corrugata, viso arrossato, bocca aperta nel pianto e atteggiamento inerme.
Le emozioni del bebè – Nel bebè di pochi giorni, il sorriso è simbolo soprattutto di uno stato di benessere fisico, come il post pranzo. A partire dai 5 – 6 mesi, si ha il “sorriso di padronanza”, provocato dal piacere di controllare l’ambiente e di essere in grado di prevedere cosa accadrà. La sorpresa, si ritiene un’emozione che compare con lo sviluppo delle funzioni cognitive. I bambini, anche di pochi giorni, interagiscono con l’ambiente e l’interesse si denota dagli occhi aperti e lo sguardo che segue l’oggetto della sua curiosità. Hanno un buon udito, una vista relativamente efficiente e sono in grado di riconoscere e distinguere la madre dalle altre persone. Anche il disgusto è percepibile: il bambino, fin dai primi giorni, rifiuta la tettarella non gradita o la lascia cadere dalla bocca. La tristezza subentra quando i bisogni del neonato vengono frustrati e la manifesta ritirandosi in se stesso. La paura, si manifesta con il pianto o con l’immobilità assoluta. Davanti a ciò che lo spaventa, il bimbo si gira dall’altra parte, per rifiutare o non vedere. Sguardo vigile, muscoli tesi e la ricerca del braccio della mamma a cui aggrapparsi; così si esprime la diffidenza.
Consigli per mamma e papà – Le mamme hanno una sensibilità innata, nel riconoscere le espressioni facciali e le vocalizzazioni dei neonati; i papà possono allenarsi a sviluppare una maggiore sintonia. I genitori devono proporre degli stimoli ai propri figli; il bambino nel primo anno di vita è molto sensibile ed è bene che ogni novità sia introdotta dalla mamma, che ha il potere di rassicurarlo. È fondamentale che un bambino non venga lasciato solo ad elaborare le piccole frustrazioni. La fiducia del bambino nell’ambiente in cui vive, dipende dal comportamento dei genitori, quindi il ruolo della famiglia è fondamentale nella crescita del bebè.
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