Il Femminismo a scuola…quella inglese

Il Femminismo a scuola…quella inglese

Il femminismo verrà insegnato nelle scuole inglesi grazia anche ad una petizione di una studentessa di 16 anni

Il Femminismo a scuola…quella inglese

Il femminismo sarà di nuovo argomento di studio nel programma di politica previsto per gli esami “A- level” di maturità in tutta l’Inghilterra. Qualche mesa fa nella bozza di programma presentata dai conservatori, era completamente scomparso qualsiasi accenno al movimento femminista di inizio 900. A divulgare l’annuncio è stato il sottogretario alle scuole Nick Gibb, dichiarando “I conservatori sono stati sconfitti”. La proposta è stata accettata grazie anche all’intervento online promossa dalla giovane studentessa June Eric Udorie, tramite Change.org , una piattaforma dove chiunque può indire una petizione e appunto cambiare qualcosa nel mondo. June Eric Udorie è riuscita a mobilitare migliaia di persone che hanno sostenuto la sua iniziativa di protesta. La giovane ha anche indirizzato la sua petizione al ministro per l’istruzione Nicky Morgan, sottolineando che la revisione dei programmi di studio in politica non erano corretti. Una storia a lieto fine, dove l’appello non è caduto nel vuoto ed ha ricevuto 46.623 firme di consenso .

Insieme allo studio del pensiero femminista, saranno approfondite le biografie di alcune protagoniste fondamentali della storia, come Simone De Beauvoir, Rosa Luxemburg e anche Hannah Arendt.

Femminismo a scuola

Il femminismo a scuola in Svezia

Non è la prima volta che si cerca di riportare il femminismo a scuola, infatti simile cosa è stata fatta l’anno scorso in Svezia dove si è distribuito in tutte le scuole superiori il libro “We all should be feminists” della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. Il libro è edito Einaudi in Italia con il titolo tradotto “Tutti dovremmo essere femministe”. We should all be feminists non nasce subito come libro, inizialmente infatti nasce da un intervento tenuto dall’autrice nel 2012 per l’organizzazione TEDxEuston. Il discorso ha talmente fatto il giro del mondo che nel testo della canzone “Flawless” di Beyoncé Knowles, sono stati inseriti alcuni campioni dell’intervento della Adichie. Sul “Guardian” la Adichie ha dichiarato “Femministi sono tutti gli uomini e le donne che ammettono le discriminazioni di genere e tentano di trovare una soluzione al problema. Le persone mi chiedono: “perché la parola “femminista”? Perché non definirti una semplice sostenitrice dei diritti umani, o qualcosa di simile?”. Perché questo sarebbe disonesto. Il femminismo è, naturalmente, una parte dei diritti umani, in generale. Ma utilizzare una vaga espressione come “diritti umani” significa negare un problema specifico relativo al genere” .

Belle notizie dall’estero, e in Italia? In Italia non si tocca l’argomento. Non è mai esistito.

Alessandra Gatti

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