Il Ballo di Irène Némirovsky con Sonia Bergamasco

Il Ballo di Irène Némirovsky con Sonia Bergamasco

Antoinette, piccola quattordicenne di origini russe rivive nella Parigi degli anni '20 la storia di Cenerentola attraverso il racconto intenso e agghiacciante di Irène Némirovsky. Lo porta in scena Sonia Bergamasco al Teatro Vascello di Roma, in cui interpreta con intensità i cinque protagonisti della storia.

Sonia Bergamasco è un interprete di grande sensibilità, duttile e versatile, da anni si divide fra diversi impegni e su più fronti, alternando cinema, televisione e teatro. Per altro l’attrice è in questi giorni sugli schermi italiani, protagonista femminile del film campione d’incassi di Checcho Zalone: Quo vado? L’artista porta avanti da un po’ di anni una propria ricerca personale andando a indagare testi o romanzi al femminile da attraversare con la finezza espressiva che la contraddistingue, in un riservato percorso interpretativo introverso e solipsistico da non intendere come chiusura ma certamente come a ritrovare una propria dimensione di donna tramite la curiosità esploratrice di rodata interprete. Così come accadde per Karenina – Prove aperte di infelicità, tratto dal romanzo di Tolstoj, al quale collaborarono Emanuele Trevi per l’adattamente e Giuseppe Bertolucci per la regia accade la stessa identica cosa per Il Ballo in scena al Teatro Vascello di Roma prodotto ancora una volta col sostegno del Teatro Franco Parenti di Milano. L’attrice, alla quale per altro è stato insignito il prestigioso premio Eleonora Duse nel 2014, si confronta stavolta con il romanzo di Irène Némirovsky, pubblicato in Italia da Adelphi, e stavolta fa tutto da sola, adattamento, regia ed interpretazione.

Sonia Bergamasco

Scritto nel 1928 e pubblicato nel 1930 a soli venticinque anni dalla scrittrice russa, è un breve racconto che narra di una quattordicenne – famiglia ebrea di origini russe ma trapiantata a Parigi – Antoinette, che in odio a sua madre, Madame Rosine Kampf, donna inetta, meschina ma che ha indirizzato la sua vita ad una grande scalata sociale, getta per vendetta nella Senna tutti gli inviti per l’inaugurazione di una nuova dimora. La donna aveva preparato un sontuoso ballo da darsi in onore agli ospiti illustri e dal quale terrà lontana la piccola discendente. Una rilettura feroce, critica, in onore della vanità, all’archetipo cenerentolesco. La protagonista si ribella alle regole prestabilite di una collettività che ingabbia tutti in uno status, status legato soprattutto a un’affermazione esistenziale. La piccola Antoinette insorge sia all’interno del piccolo mondo ristretto della famiglia, cui appartiene, che peraltro la esclude ed è ciò cha la infiamma, sia alla società che la vorrebbe remissiva e connivente a quelle regole. Il ballo cui allude la Némirovsky è una paradigmatica ribellione che chiede alla sua eroina ricalcando in parte le sue orme biografiche, la breve storia costituisce il transito complicato e intemperante che porta la protagonista da un’età adolescenziale a quella della consapevolezza adulta. La terribile rivincita su quelle incolmabili sofferenze condurrà verso un ri-equilibrio del rapporto madre-figlia.

Un adattamento in linea con l’essenzialità e l’asciuttezza del romanzo, il racconto di scena ad opera di Sonia Bergamasco volge verso la rifrazione delle varie sfumature in un silenzioso effetto di speculazione emotiva. Cinque i personaggi: papà Aldred, mamma Rosine, zia Isabelle, miss Betty ed infine la piccola Antoinette tutti in un’unica soluzione narrativa. Prendendo a prestito una citazione pirandelliana di Fernando Pessoa: Sono come una stanza dagli innumerevoli specchi fantastici che distorcono in riflessi falsi un’unica realtà che non è in nessuno ed è in tutti, lo spazio è disseminato quindi di specchi di varia foggia e misura che delimitano l’arcoscenico, taluni coperti da suggestivi leggeri teli di plastica, e che divengono di volta in volta gonna, mantello, vessillo,  simbolo dell’infinita sofferenza della fanciulla. E a caratterizzare i vari caratteri, un carillon a orologeria che durante l’attesa per la gran soirée a cui nessuno giungerà, diverrà un drammatico ed inquietante metronomo atto a lasciar sospesi tutti per le gran final.

IL BALLO

liberamente tratto dal racconto di Irène Némirovsky

ideato e interpretato da Sonia Bergamasco

produzione Teatro Franco Parenti e Sonia Bergamasco

Teatro Vascello, Roma fino al 31 gennaio

COMMENTI

WORDPRESS: 0