I viaggi cosmici nell’arte di Roberta Buttini in esposizione a Galleria Vittoria

I viaggi cosmici nell’arte di Roberta Buttini in esposizione a Galleria Vittoria

Una mostra da non perdere per gli appassionati d'arte

Attraverso l’universo dei segni un tentativo di indagine sul il mistero della vita e del destino umano

A Roma, presso la Galleria d’arte Vittoria di Via Margutta l’otto giugno si è inaugurata la personale di Roberta Buttini che si protrarrà fino al giorno 27. In mostra un suo  simbolico percorso pittorico tra arte e scienza iniziato precedentemente nella suggestiva cornice delle Case Romane del Celio.

Roberta Buttini

Due esposizioni interessanti che hanno evidenziato, testimoniandola attraverso una ricca simbolgia, l’inquietudine umana in costante ricerca della verità sul suo essere al mondo e sul suo destino. L’artista Roberta   indaga, ricerca, e come spiega il critico Giorgio di Genova, “sviluppa nel tempo e spazio senza limiti il suo gergo pittorico con nuovi segni aggiunti a quelli codificati del passato”, come i due profili di crani che ricordano l’homo sapiens e prevedono l’homo futurus con le relative creazioni, dalla pietra scheggiata al prototipo del telefono di Bell e la scrittura lineare; un lungo viaggio che inizia dalle origini dell’uomo e arriva a noi per andare oltre, profetizzando il futuro, ridisegnando la costruzione della nostra storia attraverso la lettura di tutta una simbologia di segni e dando ad essi significati di grande valore concettuale. E proprio negli anni ’70 la scoperta di un frammento litico indirizza la nostra artista verso la antropologia e la scoperta delle origini della vita legate alla materia e le prime urgenze della specie umana. Una pietra scolpita in Lunigiana, la sua terra, e da lì è partito il suo viaggio fra miti e riti.

Un periodo quello degli anni settanta e ottanta che ha proiettato molti artisti verso la ricerca del mito dei linguaggi delle culture del passato. Roberta si racconta ridonando vita a simboli e significati di cui si è perso il senso, riportandoli nella sua pittura. Evocandoli nella loro natura, storia e spiritualità, collega ad essi interessi antropologici e regala alla sua arte una magia. E’ evidente che nella sua pittura la sua indagine storica e si pone antropologica come strumento di arricchimento della sua ricerca in cui emerge, inquietante, la riflessione sul destino dell’uomo.

Nei viaggi che definisce cosmici in cui si ritrova, la pittrice definita artista “sapiens et habilis dal critico Di Genova esprime le sue riflessioni sullo spazio cosmico sviluppando nuove intuizioni, sintetizzando trasformazioni comunicative nel tempo passando dalle lettere agli esagrammi, alla scrittura lineare, accennando anche alla sequenza del calcolo binario 01010… Simboli segnaletici, geometrici, alfabetici, numerici, della struttura dell’atomo, della figura umana ridotta a omino geometrico in contrapposizione all’omino dei graffiti primitivi a linee curve, definiscono il lungo cammino artistico intrapreso da questa nuova Ulisse al femminile, documentato con quel rigore che appartiene alla indagine scientifica.

Nelle sue tele attraverso l’originalissima comparazione tra forme di moderna comunicazione con stilemi della protostoria, tra prodotti tecnologici odierni con oggetti di artigianato primordiale, ribadisce la presenza della mano dell’uomo, la sua appartenenza all’universo, la sua collaborazione intelligente e la sua lotta con esso. Ma quella pietra scolpita in Lunigiana che ha arricchito la sensibilità artistica di Roberta forse inquieta e pone serie riflessioni sui limiti che umanamente si pongono alla nostre ricerche esistenziali considerando che la ragione non arriva da sola a spiegare il mistero della vita.

Sabina Caligiani

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