I libri che non devono mancare in ogni casa: da Dante a Machiavelli, attraverso l'Ottocento fino al Novecento.
I libri che non devono mancare in ogni casa – Una poltroncina, un’abat-jour, una tazza di cioccolata calda e un libro. E inizia il viaggio. Dorfles dice che “andare in libreria vuol dire conoscere il mondo”, ecco perché ognuno di noi dovrebbe avere in casa un angolo lettura, un posto dove rifugiarsi dalla frenesia quotidiana, dove aprire la mente verso orizzonti sconosciuti. I libri non sono semplicemente un passatempo, sono una necessità ai fini dell’empatia tra gli individui. Flaubert scriveva: “Leggendo non si pensa a nulla, le ore passano immobili, percorriamo paesi che crediamo di vedere, e la mente a braccetto con la fantasia insegue il filo delle avventure, si confonde con i personaggi e ci pare che sia il nostro cuore a palpitare sotto quei panni”.
Da Dante a Machiavelli – Quali sono i libri che non devono mancare in ogni casa? Innanzitutto, lode suprema va al padre della letteratura italiana, Dante Alighieri, che con la Divina Commedia ha gettato le basi della lingua, della tradizione e della storia del nostro paese. Assolutamente geniale e intricata, corposa e affascinante, dal sapore sottilmente realistico, la Commedia è il primo tra i classici studiato a scuola ed è senz’altro il primo a dover comparire in buon angolo lettura. Balzando in avanti di qualche secolo, spicca tra i più eminenti Il principe di Machiavelli, trattato dal gusto politico, sorto prima del sorgere di un’Italia unita e incredibilmente attuale in quest’Italia unificata.
La letteratura dell’Ottocento e del Novecento – Poesia e prosa s’intrecciano nei grandi della letteratura sette-ottocentesca, come Leopardi e Foscolo, per tuffarsi poi tra i paesaggi realistici de I Promessi Sposi che Manzoni ha minuziosamente disegnato per dar voce al ‘volgo’. Con l’avvicinarsi del Novecento le letture divengono sempre più scorrevoli, grazie soprattutto alla lingua che si vien formando, con accenti talvolta più utili talvolta più dilettevoli. È così che i capolavori del Verga trovano successo, ed è allo stesso modo che irrompono sulla scena quell’Andrea Sperelli e quell’Elena Muti resi celebri ne Il piacere di D’Annunzio. Originale e ingegnoso è Pirandello, assolutamente da leggere.
Lo scrittore francese Renard scriveva: “Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice”.
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