La settima puntata di Hollywood una storia di scandali si apre con il tramonto del sogno luminoso: i suicidi e le eclissi della crisi del '29 e del sonoro
Tramonto– La luminosa Hollywood aveva sempre vissuto il sogno con la tensione erotica di essere sull’orlo del precipizio. Quel precipizio giunse il 29 ottobre 1929, il martedì nero di New York che chiuse per sempre il mondo brillante degli anni ’20, lasciando i pochi sopravvissuti a raccoglierne i cocci. Il tramonto dello splendore venne annunciato da Variety con: “Wall street cala le brache”. In un batter di ciglia, il caos della più grande depressione mai avvenuta, portò le più grandi stelle di Hollywood sul lastrico. Erano sorte nell’oro e nell’oro, il 29 ottobre 1929, tramontavano.
La crisi e il sonoro– La caduta di John Gilbert era soltanto una delle uscite d’orbita delle tante stelle. Gilbert era il divo meglio pagato del 1928, un attore da diecimila dollari alla settimana. Quando tornò a New York dopo la litigiosa luna di miele, scoprì di essere sul lastrico. Il sonoro fece il resto: esce il suo primo film con l’audio e i suoi fan ridono della voce stridula e acuta che proviene dagli altoparlanti. Forse un problema dei tecnici del suono, ma non importa: in un secondo, Gilbert era fuori. Si buttò sui liquori e condivise l’infelice destino con un’altra stella, tale Marie Prevost, un altra vittima del sonoro: il suo volto romantico non combaciava con la voce nasale da Bronx. Gilbert morì nel 1936 e Marie lo seguì nel 1937, morta e poi smangiucchiata dal suo bassotto nell’appartamento su Cahuenga Boulevard.
I suicidi– La crisi colpì tutti, anche i grandi della Hollywood d’oro: William Fox, Adolph Zukor, perfino Hearst. Il sogno era finito: gli spettatori ora facevano la fila per il pane, non più per i botteghini. Quello che non aveva fatto la crisi, lo fece il sonoro: le ventisei stelle del parlato sorte nel 1931 si portavano dietro soltanto tre dell’antico mondo hollywoodiano. Se Hollywood resistette alla crisi, molte stelle non lo fecero: eclissarono e si spensero nei modi più drammatici, non riuscendo ad accettare la propria caduta. Billie Dove, Colleen Moore, Corinne Griffith, Norma Talmadge. Loise Brooks divenne commessa ai grandi magazzini Macy, Mae Murray, perso tutto, fu arrestata per vagabondaggio perché trovata a dormire su una panchina di Central Park. Molti piuttosto che “vivere tra le macerie”, optarono per suicidi drammatici, da prima pagina dei giornali. Per cercare di avere ancora, almeno un’ultima volta, quella fama ormai persa per sempre.
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