La protesta della scopa: a manifestare contro la crisi sono le donne delle pulizie del Ministero delle Finanze
Cosa succede – Una nuova protesta sta emergendo in Grecia, mettendo in risalto le donne come vero e proprio soggetto politico. Si tratta di quella che è stata ribattezzata, anche un po’ con l’ironia tipica di chi partecipa a queste manifestazioni, protesta delle donne con la scopa. Le protagoniste di questa battaglia, infatti, sono proprio le donne delle pulizie del Ministero della finanza della Grecia: sono 595 e adesso sono in mezzo alla strada, disoccupate. Dopo aver sperimentato otto mesi di lavoro con una retribuzione del 75% di uno stipendio di 550 euro, adesso si ritrovano licenziate definitivamente. L’intenzione che c’è dietro questa azione, infatti, è quella di privatizzare l’impresa di pulizie statale, dando così adito ancora di più a stipendi da fame, lavoro senza assicurazione e giochi mafiosi.
La protesta delle donne con la scopa – Tradizionalmente delegittimate come soggetto politico, doppiamente in quanto donne ma, soprattutto, in quanto donne delle pulizie, queste 595 hanno deciso di mobilitarsi e “fare rete”. Sono donne dai “45 ai 57 anni, a volte madri nubili, divorziate, vedove, indebitate, con figli o mariti disoccupati o lavoratori dipendenti con basse qualifiche, che si trovano nell’impossibilità di accedere al pensionamento anticipato.” E’ passato ormai un anno dal loro licenziamento: un anno pieno di proteste, cortei, manifestazioni insolite e muri umani. Le forme di protesta di queste donne della Grecia sono improntate alla nonviolenza, alla spettacolarizzazione di sé, alla fantasia creativa. Nel giorno di Pasqua si sono presentate, provocatoriamente, con una corona di spine e una corda al collo di fronte alla sede del partito Nuova Democrazia; hanno ballato e cantato nelle piazze, rifiutandosi di chiudersi nell’inutilità del dolore; e ora fanno un vero e proprio muro umano di fronte al Ministero delle Finanze della Grecia, bloccandone l’accesso. Impongono sé stesse e il loro corpo, come a dire: dopo un anno, noi siamo ancora qui –e non ci arrendiamo.
La forza delle donne – Queste donne hanno lanciato un appello e quella che va dal 15 al 22 settembre viene indicata come la settimana di fuoco: cortei, azioni di solidarietà e comizi davanti ad ambasciate e consolati della Grecia o davanti agli edifici del potere, qualunque cosa pur di estendere la protesta. Queste donne, rifiutandosi di lasciarsi abbattere dalla crisi, si sono reinventate e dimostrano adesso la loro forza. Ma non dovrebbe essere una novità: sebbene all’inizio abbiano scelto forme di lotta in cui non si distinguevano come soggetto politico autonomo, c’è da dire che sono sempre state in prima linea nelle manifestazioni contro la crisi. Hanno partecipato a 26 scioperi generali (le donne, infatti, sono fra le più colpite dai tagli nel settore pubblico), formano la stragrande maggioranza del Movimento di Solidarietà, hanno contribuito all’autogestione della ERT (televisione pubblica costretta a chiudere in Grecia), si sono battute contro l’estrazione dell’oro in Calcidia. Adesso chiedono di essere riconosciute: “Non siamo stupide, siamo donne delle pulizie” e di avere i diritti che a loro spettano.
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