Giorgio Napolitano si rivolge ai leader dei grandi partiti affinché cerchino di arrivare a delle grandi intese per governare il Paese
A pochi giorni dalla conclusione del lavoro dei dieci saggi e dall’inizio delle trattative per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano non rinuncia a parlare di responsabilità, e si rivolge principalmente ai due grandi partiti presenti in Parlamento, Pd e Pdl. Intervenendo al convegno in memoria di Gerardo Chiaramonte, dirigente del Pci, Giorgio Napolitano sceglie la strada delle larghe intese e lo fa ricordando quel compromesso storico che nel 1976 vide i maggiori partiti dell’epoca, Pci e Dc, avvicinarsi dopo decenni di netta opposizione.
Giorgio Napolitano e la responsabilità – “Nel 1976 – afferma Napolitano – ci volle coraggio per quella scelta di inedita larga intesa e solidarietà, imposta da minacce e prove che per l’Italia si chiamano inflazione e situazione finanziaria fuori controllo e aggressione terroristica allo stato democratico come degenerazione ultima dell’estremismo demagogico”. La strada del governissimo Pd-Pdl sembra essere, quindi, quella da preferire secondo Napolitano, che lancia una frecciatina anche al Movimento 5 Stelle: “Certe campagne – continua il presidente – che si vorrebbero moralizzatrici in realtà si rivelano, nel loro fanatismo, negatrici e distruttive della politica”. E la collaborazione tra Pd e Pdl è vista come risposta a queste campagne.
Berlusconi e Bersani verso il governissimo? – Alle parole di Napolitano seguono quelle di Silvio Berlusconi, leader del Pdl, che durante una telefonata al Tg4 annuncia che Bersani si è reso disponibile ad un incontro, ma la data di questa riunione non è ancora stata fissata. Berlusconi confermerà la sua propensione per un governo politico “forte e stabile” che riesca ad assumere provvedimenti urgenti soprattutto per l’economia. Nonostante l’apertura, però, Pierluigi Bersani, leader del Pd, ha ribadito, in una lettera a Repubblica, la sua ferma opposizione al governissimo, nonostante voci contrastanti all’interno del partito. Nel frattempo il Movimento 5 Stelle promette di occupare il Parlamento. Al termine delle riunioni previste per oggi, deputati e senatori del M5S resteranno all’interno delle rispettive aule, per protestare, “fino a mezzanotte e un minuto”, contro il mancato inizio delle attività parlamentari.
Augusto D’Amante
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