Street artists: arte e crimine? In italia la situazione appare contraddittoria soprattutto dopo la condanna di due ragazzi per associazione a delinquere....
Il confine tra arte e crimine – Da lungo tempo è aperta la diatriba su cosa sia la street art, l’arte di strada dei writers che consiste nel decorare con opere gli spazi urbani. Parte dell’opinione pubblica italiana si schiera a difesa degli artisti, che spesso intervengono in zone esteticamente degradate abbellendole; l’altra parte sostiene che si tratti di un crimine perseguibile dalla legge in quanto rovini e sporchi luoghi pubblici. In questo dibattito vanno a inserirsi opposte tendenze che rendono sempre più complessa una regolamentazione riguardo alla materia.
Associazione a delinquere – Condanne per imbrattamento e danneggiamento sono la norma nel rapportarsi a questa pratica, ma rileviamo un dato anomalo, che con fatica si riesce a comprendere. Nel settembre del 2013 a Milano due giovani writers sono stati condannati a 6 mesi e 20 giorni per associazione a delinquere. Domenico Melillo, avvocato esperto in materia,ha così commentato la decisione del tribunale di Milano: ”La nostra è l’unica nazione in cui si è arrivati a una condanna del genere. Mai successo prima. Da quando nel 2009, in pieno governo Berlusconi, si sono inasprite le pene, ogni ipotesi di imbrattamento è perseguibile senza distinzione, dalla scritta, al logo fino al disegno vero e proprio. Questo moltiplica i processi, con costi enormi per le tasche pubbliche e senza alcuna forma di rieducazione”.
Nuove realtà estetiche – E’ chiaro come sia necessaria una distinzione tra chi realizza una vera e propria opera artistica e chi semplicemente imbratta una parete con il nome della fidanzata. Questa distinzione è resa ancor più necessaria dalle contraddizioni create nel trattare l’argomento: un dato rilevante infatti appare il fatto che sempre più comuni commissionino opere a street artists per rivalutare spazi urbani degradati. A Roma la writers Alice Pasquini, è stata contattata dal sindaco Ignazio Marino per decorare l’ufficio per i rapporti con i cittadini della Capitale. A Bologna la stessa artista rischia un anno di reclusione e una multa di 1000 euro per imbrattamento. In un intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’, la giovane artista riflette sulla condizione della street art in Italia, non mancando appunto di sottolineare le contraddizioni di fondo: “Lo spray in mano a un deficiente è un’arma per scrivere ‘ti amo Mara’ ma dato a un artista è uno strumento. Arrivo adesso da Berlino: il proprietario di un muro pieno di tag mi ha chiesto di dipingerlo perché sapeva che, per rispetto, non lo avrebbero più sporcato. Ha capito che costa di meno pagare un progetto di un writer che mettersi a pulire il muro di nuovo. In Italia la gente non è culturalmente pronta per questo e combatte la street art senza distinzioni”.
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