"Ragazze in shorts?Non si lamentino se poi le stuprano".Cubeddu dal Secolo XIX scatena la polemica.
In un periodo in cui il femminicidio e la violenza sessuale sono all’ordine del giorno, anche una frase lanciata su un quotidiano basta a scatenare una discussione animata. A provocare l’ondata di polemiche in rete ma non solo, è stata, qualche giorno fa, l’affermazione dello scrittore Marco Cubeddu pubblicata nella rubrica “Intransigenze” sul Secolo XIX.
“Non possono lamentarsi se le stuprano” – L’autore di “C.U.B.A.M.S.C.- Con una bomba a mano sul cuore”, ha raccontato di un viaggio in Italia in cui la cosa che gli ha offerto maggiori spunti di riflessione è stata l’osservazione di quattordicenni in pantaloncini cortissimi. “Non possono lamentarsi se poi le stuprano”, è la frase incriminata scritta da Cubeddu e, a quanto pare, attribuita a un’amica, “una donna non bigotta”, come sostiene.
Femminicidio, termine “inutile” – Ragazze in shorts, ma vi siete viste?, è il titolo del suo pezzo uscito su Il Secolo XIX. Nel corso dell’articolo, ci si concentra, sempre prendendo comunque le distanze da ogni giustificazione per le forme di violenza sessuale perpetrate recentemente e negli anni, sull’ “inutilità” della parola femminicidio. L’autore, infatti, sostiene che un omicidio sia sempre un omicidio, andando, quindi, a non puntare l’attenzione sulla scia di delitti che hanno come protagoniste le donne, circostanza, quest’ultima, purtroppo, sempre più in ascesa in questo ultimo periodo. Nell’analisi o riflessione effettuata da Cubeddu ci si chiede il motivo di uno sfoggio così esagerato del corpo. Un’ostentazione che comincia da fin da giovanissime. Non è moralismo, avverte, è solo che “voi vi vestite da sgualdrine e noi non ci capacitiamo e soprattutto fate attenzione perché nessuno dei miei amici si fidanzerebbe con una che si veste così. E nessuna delle mie amiche si vestirebbe così”. Per l’autore, in fatto di violenza sessuale, è inspiegabile questa escalation di corpi mostrati con naturalezza, anche da minorenni, in qualsiasi luogo pubblico. Ma se lui appare sgomento dopo questa osservazione in giro per l’Italia, lo stesso stato d’animo, se non peggio, può essere attribuito alle migliaia di internauti che sul web hanno criticato fortemente queste affermazioni.
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