“Giustizia per i nostri figli rubati”

“Giustizia per i nostri figli rubati”

In un corteo a Madrid le associazioni dei familiari vittime del furto dei figli chiedono giustizia

Figli rubati, di cui non si sa più nulla. Da mezzo secolo le madri spagnole cercano i loro bambini sottratti con l’inganno e dati illegalmente in adozione subito dopo la nascita.

Frammenti di storie, tutte riversate in un corteo organizzato a Madrid dalle associazioni dei familiari che si ritengono vittime di un furto infame, quello dei figli. Chiedono di ottenere giustizia. Che lo Stato si occupi di loro. La manifestazione si è svolta il 27 gennaio scorso.
Ad oggi, duemila le denunce per figli sottratti – Tre anni fa, nello stesso giorno, venne presentata la prima denuncia collettiva: 261 casi. Da allora, le denunce sono salite a duemila. Secondo le associazioni, sarebbero 300 mila i figli rubati ai loro genitori naturali in cinque decenni. Ma finora nessuno ha raccolto il loro appello. I primi furti furono organizzati dai franchisti durante la Guerra civile, in nome di una folle ideologia, “salvare” i bambini dal virus che aveva colpito i genitori, colpevoli di opporsi al regime. Da allora il filo non si è mai interrotto fino al 1987, quando il Parlamento spagnolo si è deciso a varare finalmente una legge con regole rigorose per l’adozione di minori.

In un corteo a Madrid le associazioni dei familiari vittime del furto dei figli chiedono giustizia

In un corteo a Madrid le associazioni dei familiari vittime del furto dei figli chiedono giustizia

Un traffico di bambini mai arrestato – Perché c’è voluto tanto tempo per bloccare quel traffico? E soprattutto perché queste associazioni non sono riuscite ancora ad avere giustizia? A queste domande ha cercato di dare una risposta Piero Badaloni, in un libro, “In nome di Dio e della patria”, e in un reportage televisivo che andrà in onda il 25 febbraio su Rai Storia, alle 21.15. Dopo la fine della Guerra civile, i sequestri di bambini persero la loro motivazione politica, ma continuarono lo stesso, perché ormai c’era una rete ben organizzata nei reparti maternità degli ospedali e delle strutture private. Il primo allarme su cosa succedeva in quelle cliniche venne lanciato nel dicembre dell’81. La rivista Interviú pubblicò un servizio su una casa di cura di Madrid, la clinica San Ramó, che sollevò scalpore in tutta la Spagna.

La storia della suora complice – Secondo la plataforma de los Afectados, una delle associazioni più attive, sarebbero tremila i bambini sottratti con l’inganno da quella suora alle mamme naturali, in tre case di cura private di Madrid, San Ramón, Santa Cristina e La Milagrosa. Era lei a fare da anello di congiunzione, con la complicità di vari medici e infermieri. Nel 2011, una madre, dopo aver trovato la figlia nata in una di quelle cliniche, decise di denunciare la suora. Si chiama María Luisa Torres.

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