ricordiamo chi ha dato la vita nella lotta contro la mafia
“Gli uomini passano ma gli ideali restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Giovanni Falcone.
Giovanni Falcone nacque il 18 maggio 1939 e morì il 23 maggio 1992 in quella che è conosciuta come la strage di Capaci mentre, come ogni fine settimana, da Roma faceva ritorno a Palermo, sua città natale. Nel 1964 vinse il concorso in magistratura, dopo essersi laureato nel 1961 in giurisprudenza con 110 e lode con una tesi su L’istruzione probatoria in diritto amministrativo. Mano a mano che cresceva professionalmente parlando si appassionò al diritto penale. Nel settembre del 1979, dopo l’omicidio del giudice Cesare Terranova, accettò l’offerta di Rocco Chinnici e passò all’Ufficio istruzione della sezione penale. Fu così che divenne collega di Paolo Borsellino e insieme iniziarono a sbrigare il lavoro arretrato di oltre cinquecento processi. Nel 1980 gli venne affidata, sempre da Rocco Chinnici, la sua prima inchiesta contro Rosario Spatola. Grazie a questo caso Falcone comprese che per indagare con successo sulle associazioni mafiose era necessario effettuare anche indagini bancarie e patrimoniali e fu così, dopo aver vinto le resistenze delle banche, che riuscì a vedere quanto fosse grande Cosa Nostra, una grandissima organizzazione criminale, riuscendo a rivelare i collegamenti fra la mafia siciliana e la mafia americana. Cominciò così ad addentrarsi sempre di più in faccende “scottanti” e dopo la morte del procuratore capo Gaetano Costa gli venne subito assegnata la scorta. Nel 1989 scampò ad un attentato, chiamato l’attentato dell’Addaura, quando dei mafiosi misero un borsone pieno di esplosivo tra gli scogli accanto alla villa di Falcone, che intanto era diventato giudice.
Nel maggio del 1992, il 23 maggio, esattamente 22 anni fa, non fu fortunato come tre anni prima e non riuscì a sfuggire al suo destino. Fu nuovamente vittima di un attentato che gli costò la vita. Insieme a lui morirono anche Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. La sua morte, delitto di mafia, viene ricordata con il nome La strage di Capaci, perché lì , sull’autostrada verso Palermo, all’altezza di Capaci venne messo l’esplosivo che causò la morte del giudice.
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