Giornata Internazionale per i Diritti delle Persone con Disabilità

Giornata Internazionale per i Diritti delle Persone con Disabilità

DISABILITÀ SECONDO L’UNIONE EUROPEA: “L’Unione Europea vede la disabilità come una costruzione sociale. Il modello sociale della disabilità dell'Union

DISABILITÀ SECONDO L’UNIONE EUROPEA: “L’Unione Europea vede la disabilità come una costruzione sociale. Il modello sociale della disabilità dell’Unione pone in rilievo le barriere ambientali della società che impediscono la piena partecipazione delle persone con disabilità nella società: queste barriere devono essere rimosse.” (Commissione delle Comunità Europee, 2003).         Tutta l’esperienza di ciascun essere umano è costantemente attraversata e costellata da continue presenze dell’ “altro”. Entrare in relazione con l’altro, vuol dire entrare in contatto con un’altra identità, cioè con qualcuno che è “diverso” da me. Se cerchiamo sul dizionario della lingua italiana il termine “diverso” la prima definizione che ci viene data è la seguente: “colui che si presenta con un’identità, una natura nettamente distinta rispetto ad altre persone o cose” (Zingarelli, 2011). Per cui la diversità dovrebbe presentarsi ai nostri occhi come una ricchezza, un valore, eppure, a volte, a livello sociale (ed anche educativo) si cerca di annullare la “diversità” che ci rende tutti così meravigliosamente unici, si tende a lavorare più sul collettivo che sull’individuo, a creare universi omologati, comunità di simili dove il singolo si deve identificare con il gruppo e la pluralità dei soggetti non sempre viene rispettata. Così l’“alterità” e la “diversità” vengono attribuite non a ciascun individuo in quanto essere differente da un altro, ma solo ad alcuni che presentano “particolari caratteristiche” che li rendono dissimili rispetto all’omologazione del gruppo. Ed è proprio per questo che la presenza del cosiddetto “diverso” nella società genera conflitti, mette in crisi il normale funzionamento del sistema e condiziona in modo forte la formazione e la crescita dei singoli.

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DISABILI E DIVERSI: La “diversità” è spesso vista in chiave negativa, come minaccia della propria identità e per questo la presenza del diverso frequentemente genera sentimenti di paura, ansia e sospetto (Laganey et. al, 1993). Secondo Merton (1959) noi ci aspettiamo che un individuo persegua la normalità o sia normale quando il suo comportamento, o le sue scelte, sono condivisi dalla maggioranza degli individui della comunità di appartenenza. Quando ciò non accade subentra il processo di stigmatizzazione. Goffman (1983) definisce stigma il marchio di infamia imposto su coloro la cui identità virtuale (ciò che dovrebbero essere) non coincide con l’identità sociale attualizzata (ciò che sono). In quest’ottica, la diversità può riguardare manchevolezze fisiche (handicap e disabilità), aspetti criticabili del carattere o l’appartenenza a gruppi discriminati.

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DISABILITÀ E DIRITTI: Con la legge del 3 marzo 2009, n. 18 (pubblicata in G.U. n. 61 del 14 marzo 2009) il Parlamento ha autorizzato la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e del relativo protocollo opzionale, sottoscritta dall’Italia il 30 marzo 2007. La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006, rappresenta un importante risultato raggiunto dalla comunità internazionale in quanto, sino a quel momento, non esisteva in materia di disabilità uno strumento internazionale vincolante per gli Stati, se si escludono le Regole Standard ONU sulla disabilità, risalenti al 1993 e prive di forza vincolante. In questa nuova prospettiva la Convenzione si inserisce nel più ampio contesto della tutela e della promozione dei diritti umani, definito in sede internazionale fin dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948 e consolidatosi nel corso dei decenni, confermando in favore delle persone con disabilità i principi fondamentali in tema di riconoscimento dei diritti di pari opportunità e di non discriminazione.  Nei suoi principi ispiratori la Convenzione non riconosce “nuovi” diritti alle persone con disabilità, intendendo piuttosto assicurare che queste ultime possano godere, sulla base degli ordinamenti degli Stati di appartenenza, degli stessi diritti riconosciuti agli altri consociati, in applicazione dei principi generali di pari opportunità per tutti.  Scopo della Convenzione, che si compone di un preambolo e di cinquanta articoli, è quello di promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti e di tutte le libertà da parte delle persone con disabilità. A tal fine, la condizione di disabilità viene ricondotta all’esistenza di barriere di varia natura che possono essere di ostacolo a quanti, portatori di menomazioni fisiche, mentali o sensoriali a lungo termine, hanno il diritto di partecipare in modo pieno ed effettivo alla società.  Alla Convenzione si affianca un Protocollo opzionale, composto da 18 articoli, anch’esso sottoscritto e ratificato dall’Italia.

Dal 1981 è stata istituita dall’ONU la giornata internazionale a favore delle persone disabili per ricordare a tutti che hanno pari diritti e doveri che sono prima di tutto persone con bisogni e desideri, si è vero persone con esigenze speciali, ma è nella diversità che risiede l’essere eccezionale di ognuno di noi. “Tutti diversi… Tutti protagonisti”, il tema scelta dalle Nazioni Unite per la Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità 2013 è: “rompi le barriere ed apri le porte; per realizzare una società inclusiva per tutti!”

“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che

dobbiamo guardare le cose sempre da angolazioni diverse”

(Robin Williams in “L’attimo fuggente” di Peter Weir.)

 

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