Gina Lollobrigida metterà in vendita i suoi gioielli Bulgari dando il ricavato dell'asta alla ricerca per le cellule staminali
Gina Lollobrigida, la ‘Lollo’, così come la chiamano affettuosamente i suoi colleghi e i suoi numerosissimi fans, meravigliosa e giunonica attrice del cinema italiano, è tornata a far parlare di sé negli scorsi giorni per una sua decisione che ha commosso gran parte dell’opinione pubblica. L’attrice, che è stata una delle sex symbol internazionali degli anni Cinquanta e Sessanta, invidiataci da tutto il mondo, ha deciso di mettere all’asta i suoi preziosi gioielli firmati Bulgari per una giusta causa: sostenere la ricerca sulle cellule staminali.
Gina Lollobrigida sostiene la ricerca per le cellule staminali – Gina Lollobrigida ha deciso così di privarsi della sua collezione di gioielli Bulgari per metterli all’asta e dare un sostanzioso contributo alla ricerca. L’attrice ha diffuso la notizia durante il suo intervento alla manifestazione per la ‘libertà di cura sulle staminali’. “Metterò all’asta da Sotheby’s per la ricerca sulle cellule staminali alcuni dei miei gioielli di Bulgari” – ha detto la Lollobrigida alla manifestazione tenutasi a Roma qualche giorno fa. La Lollo ha poi continuato il suo intervento, incentrando le sue parole sull’importanza della ricerca: “Le cellule staminali rappresentano una cura molto importante e già hanno fatto molti progressi. La cura con le cellule staminali avviene già altrove, dobbiamo stare al passo con gli altri. Oggi è una bella giornata di primavera e proprio in questi giorni in Italia si sta decidendo la sorte di tanti bambini italiani malati. Spero in un sì veloce anche alla Camera”.
Il decreto Balduzzi – Nel suo discorso, l’attrice ha fatto un preciso riferimento al decreto Balduzzi, che è stato discusso e approvato all’unanimità mercoledì scorso al Senato. Il decreto concede una sperimentazione di 18 mesi in strutture pubbliche sulle cure già avviate e permette di ampliare la platea di pazienti che potranno entrare nel protocollo, ma solo in strutture pubbliche e con medicinali preparati in idonei laboratori. Quella di mercoledì scorso, ovvero l’approvazione del decreto Balduzzi, è stata una vera e propria vittoria per i sostenitori della libertà di cura che però si è dovuta scontrare, subito dopo, con le dure critiche sulla validità del metodo Stamina espresse dal Premio Nobel Shinya Yamanaka, punto di riferimento indiscusso a livello internazionale della ricerca sulle cellule staminali.
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