Gattini su Salvini impazza su Twitter, ma Matteo non ci sta: e se fosse stato Magalli?

Gattini su Salvini impazza su Twitter, ma Matteo non ci sta: e se fosse stato Magalli?

Mentre su Twitter impazza #gattinisusalvini, lui non la prende e minaccia pulizia. Ma se fosse stato Magalli?

Gattini su Salvini, ma salvini non ci sta – Ammettilo, neanche tu hai resistito a lanciare gattini su Salvini! Poco male, tanto sei in buona compagnia, e diciamoci la verità, quando alcuna gente partorisce genialate virali del genere è a dir poco difficile non farsi contagiare e lasciarsi andare alla pura idiozia apparente. Ma questa volta, al contrario di quanto si dice in genere sulla potenza dei gattini che via web ammalierebbero tutti, c’è qualcuno che non ha esattamente apprezzato questi tanti gattini su Salvini, individuo che – guarda caso – risponde al proprio al nome di Matteo Salvini, vittima in poche ore di pericolose social-inondazioni di affilati artigli di gatto. Mici che strappano i nervi al povero leader leghista, il quale si è immediatamente appellato alla libera censura offerta da Facebook tentando di fare “pulizie”, ovviamente poco riuscite, di quei troppi gattini su Salvini lanciati per l’intero pomeriggio.

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Gattini su Salvini monopolizza anche Twitter – Quando ci si vuole servire dei social senza saperli usare è inevitabile sortire l’effetto contrario a quello desiderato, tant’è vero che non solo la pulizia via Facebook dei gattini su Salvini non è servita assolutamente a niente, ma l’inondazione ha raggiunto in un batter d’occhio anche il cinguettante Twitter dove ancora ora l’hashtag occupa con successo la prima posizione. Eh già, perché purtroppo non tutto si risolve con la linea dura, a partire dagli sgomberi forzati dei campi rom fino ad arrivare allo sterminio dei non ancora cessati gattini su Salvini, che invadono tranquillamente la sua bacheca nonostante il diretto interessato continui ad eliminare i commenti in questione. Per un’immagine eliminata, ecco che ne spuntano 2 su Facebook e 3 su Twitter, con tanto di esilaranti fotomontaggi creati ad hoc come quello allegato in questa pagina.

E se fosse stato Magalli? – Mentre sulla sua bacheca è un continuo arrivo di immagini raffiguranti gattini, il politico più mediatico (dopo l’altro Matteo) degli ultimi mesi non asseconda l’onda in nessuna maniera, ma anzi se ne discosta come se fosse al cospetto di un immigrato libanese qualunque. Ah, quanto ci mancano personaggi come Giancarlo Magalli, che se fosse stato il destinatario dei gattini su Salvini avrebbe già raccattato dalla strada un paio di mici randagi e postato un selfie ad hoc dieci minuti dopo, per poi fare un giro tra i gattili italiani per curarne un’inchiesta da proporre a I Fatti Vostri. Ma non solo, perché con grande margine di probabilità si sarebbe già messo all’opera per presentare un’interrogazione parlamentare sulla condizione delle gattare italiane, emarginate, ridicolizzate e messe all’angolo in questa società fatta di cani, per poi mettersi a tavolino con la Brambilla e redigere un decreto legge che legalizzi un sussidio economico a quante rientrano nella categoria.

Non c’è peggior sordo… – Ah, se solo fosse stato Magalli… Ma invece no, sono su Salvini, i gattini, che ha difficoltà a prendere con ironia e filosofia la situazione non riuscendo a rigirarla a proprio favore. Ma infondo tutto questo è semplicemente un’ironica caricatura della vita politica italiana, fintamente aperta, fintamente disponibile, che ama essere al centro dell’attenzione ma odia esserne mirino. E quando si entra nel mirino la soluzione più semplice è sempre fingere di non essere in grado di ascoltare.

Vito Tricarico

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