Fuocoammare l’orso d’oro da Berlino a Lampedusa

Fuocoammare l’orso d’oro da Berlino a Lampedusa

L'orso d'oro atterra a Lampedusa da dove tutto è iniziato con il documentario Fuocoammare, vincitore dell'ambito premio alla Berlinale

Fuocoammare l’ orso d’oro da Berlino a Lampedusa. L’orso d’oro è stato assegnato a Gianfranco Rosi per il suo documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi, Il documentario in gara al Festival di Berlino che in inglese è stato tradotto con “Fire at sea” (Fuoco in Mare) racconta di quello che accade sull’isola di Lampedusa punto di approdo per molti migranti che poi arrivano in Europa. Gianfranco Rosi nel suo discorso ha detto “Il mio pensiero va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa nel loro viaggio di speranza, e alla gente di Lampedusa che da venti trenta anni apre il suo cuore a chi arriva”. Anche l’icona del cinema mondiale Meryl Streep ha apprezzato il film. Dietro le quinte infatti ha preso per mano il regista di Fuocoammare e gli ha detto “questo documentario è da Oscar”.

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Fuocoammare: l’Orso d’Oro atterra a Lampedusa

Ieri sera, l ‘Orso d’oro è arrivato a Lampedusa stretto tra le mani del dottor Pietro Bartolo, il responsabile medico dell’isola e tra i protagonisti del documentario Fuocoammare. Ad attenderlo all’aeroporto un centinaio di persone. Domani giovedì 25 febbraio, Pietro Bartolo con l’Orso d’oro ripartirà per Roma dove incontrerà la presidente della Camera, Laura Boldrini e in serata alla Casa del Cinema Fuocoammare, riceverà il Nastro d’argento speciale del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici.

Sempre durante il discorso della vittoria al Festival di Berlino Gianfranco Rosi affermaPremio nobel agli abitanti di Lampedusa e Lesbo sarebbe una scelta giusta e un gesto simbolico importante. Consegnarlo non a un individuo ma a un popolo. I lampedusani in questi vent’anni hanno accolto persone che sono arrivate, migranti, senza mai fermarsi. Ho vissuto lì un anno e non ho mai sentito da nessuno parole di astio e paura nei confronti degli sbarchi. Le uniche volte in cui li vedo reagire con rabbia è quando ci sono troppe notizie negative associate all’isola: “disastro a Lampedusa”, “i pesci che mangiano i cadaveri”, “arrivano i terroristi”. Quelle sono le cose verso le quali hanno, giustamente, un rifiuto totale. Vorrebbero che tutto si svolgesse senza lasciare traccia mediatica, portando avanti il loro aiuto quotidiano. Ce ne sono tanti che lavorano al Centro d’accoglienza, oggi che gli sbarchi sono procedura istituzionale”(fonte ANSA)

Alessandra Gatti

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