Fragile uno spettacolo di Fondamenta Teatro al Teatro Kopò di Roma.

Fragile uno spettacolo di Fondamenta Teatro al Teatro Kopò di Roma.

Al Teatro Kopò è andato in scena un interessante sguardo sull'Otello di William Shakespeare ad opera di Fondamenta Teatro che punta l'accento sulla fragilità e delicatezza di Otello, cuneo sul quale fa pressione Iago per far impazzire e perdere il controllo il suo amico odiato o amato nemico?

 

In teatro ci sono periodi in cui alcuni personaggi, noti all’immaginario comune dello spettatore, si affacciano alle ribalte contemporaneamente: è il caso di Otello e della sua mitologia Shakespeariana. Sono appena andati in scena in novembre alla Sala Uno e al Teatro dell’Orologio di Roma due diverse edizioni a firma rispettivamente di Hossein Taheri/Paolo Zuccari e Alessio Pizzech, che già se ne annuncia un’altra edizione, in realtà è una ripresa più rilevante, completamente diversa in cui la complessità e la spigolosità dell’eroe veneziano viene osservata, vivisezionata, fotografata attraverso l’indagine della sua debolezza. Una considerazione scrupolosa e puntigliosa della sua fragilità. Fragile è appunto il titolo dello spettacolo in scena al Teatro Kopò di Roma, un elegante e confortevole teatrino nel cuore del quartiere tuscolano, con la regia di Samuel Kostja e Natalie Cariolle. La tragedia del moro veneziano è addomesticata ad una stanza della tortura, i personaggi – cinque – sono costretti a muoversi fra quattro pareti di un ambiente angosciosamente familiare. Un tavolo in cui la bicromia bianco/nera accentua la doppia natura dei personaggi convenuti a questo banchetto: Otello/Desdemona, Iago/Emilia e fra loro come un’innocente incudine il candido Cassio, qui interpretato da Tommaso Lipari, che come neve che si conficca fra le rocce.

Una trappola ben architettata, a manovrare le coscienze oneste di topi impazziti, dalla quale non si sfugge né si scappa. La nomina a luogotenente fatta a Cassio da parte del suo giovane superiore Otello è quasi una maledizione, una disfatta, una sconfitta. E porterà male al giovane, il quale chissà se desidererà realmente possedere la giovane e bella novella sposa, volendo avere invece il suo capo?. L’insicurezza è alla base di qualsiasi rapporto affettivo malsano ed è su quello che punta Iago, per far impazzire e cedere il suo amato/odiato amico/nemico. Un’equazione perfetta. Lo porterà alla perdita totale del controllo, incatenandolo letteralmente per le spalle e ribaltando quello che è scritto nell’Apocalisse: Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell’Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico – cioè il diavolo, satana – e l’incatenò per mille anni; lo gettò nell’Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po’ di tempo (20, 1-3). Il male incatena la purezza, la trasparenza, l’onesta.

Una sacra rappresentazione rovesciata ove gli angeli son manovrati manicheisticamente da forze occulte del male. E quel fiele che il male produce raccolto in un bicchiere diventa la negritudine da cospargersi addosso che spinge Otello a farsi giustizia strangolando il proprio amore. Andrea Puglisi, fisico armonico e prestante, interprete di Otello ha una faccia senza tempo su vi sono inscritti tutti i dolori del mondo, imbraccia una tenda a vessillo del tradimento, unica testimonianza rimasta cui energicamente aggrapparsi. La nudità fisica è dunque celata pudoristicamente a favore di una nudità interiore laddove mostrare la fragilità dell’essere umano è più che mai ancora qualcosa di scandaloso e indicibile.

 

FRAGILE liberamente tratto da Otello di William Shakespeare

con Andrea Puglisi, Simone Tromboni, Eleonora Mancini, Paola D’Uva, Tommaso Lipari

regia di Samuel Kostja e Nathalie Cariolle

produzione Fondamente Teatro

Teatro Kopò, Roma dal 20 al 22 gennaio

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