Il documentario di Sanguinetti su Andreotti
Un documentario su Andreotti- Il regista Tati Sanguineti ha presentato fuori concorso lo scorso 29 agosto al Festival del Cinema di Venezia nella sezione Classici il documentario Giulio Andreotti- il cinema visto da vicino. La figura dell’ex democristiano e il suo rapporto con il cinema è analizzato attraverso 21 interviste fatte da Sanguineti e da Pier Luigi Raffaelli al leader della DC. Arricchiscono l’incontro immagini d’archivio, spezzoni di film e appunti scritti a mano. Se ne deduce un rapporto strettissimo tra Andreotti e la cinematografia italiana nel bene e nel male.
Andreotti e il cinema in Italia- Dal 1947 al 1954 Giulio Andreotti, controversa figura della politica italiana, ha svolto la carica di Sottosegretario della Presidenza del consiglio del governo De Gasperi con delega allo spettacolo. In questo periodo il “Divo Giulio” è intervenuto per salvare l’Istituto Luce e l’archivio e riaprire Cinecittà che durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale era diventata prima deposito tedesco, poi magazzino per gli alleati e infine abitazione per i rifugiati. Nel 1948 Andreotti riporta la Mostra del Cinema al Lido di Venezia e l’anno successivo emana una Legge per il cinema: dalla tassa sul doppiaggio dei film stranieri per favorire la proiezione di film italiani contro l’invasione del cinema americano. Ma l’ intervento più pesante è stato la censura nei confronti del neorealismo come nel caso di Umberto D. di Vittorio de Sica e di scene osé in diversi film come Il Diavolo in Corpo di Autan-Lara o la foglia di fico sulle parti intime della statua del David.
Filmografia de Il Divo- Il documentario di Sanguineti, mostra al pubblico un controverso Giulio Andreotti appassionato di cinema e “protettore” della produzione italiana. La figura di Andreotti è stata raccontata anche in altri recenti film italiani come Il divo (2008) diretto da Sorrentino e interpretato da Toni Servillo e il più recente La mafia uccide solo d’estate (2013) di e con l’ex iera Pif, e Cristiana Capotondi.
Luciana Travierso
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