Qualche giorno fa, precisamente il 27 giugno scorso, è stato presentato un disegno di legge contro il “femminicidio”, termine che si è sentito spesso negli ultimi tempi.
Qualche giorno fa, precisamente il 27 giugno scorso, è stato presentato un disegno di legge contro il “femminicidio”, termine che si è sentito spesso negli ultimi tempi. C’è da chiedersi come si è potuti arrivare addirittura ad aver bisogno di una legge che condannasse la violenza sulle donne. Eppure, come hanno fatto notare alcune senatrici, se la tolleranza non viene insegnata nelle scuole e nelle famiglie, è dura in seguito inculcarla a un individuo adulto e quindi prevenire le violenze.
La donna italiana al giorno d’oggi – L’accettazione delle diversità è ancora troppo rarefatta in Italia, mentre invece dovrebbe essere un’abitudine, anzi, uno stile di vita, una condizione mentale radicata. Non bisogna sorvolare sulle differenze, cercare di ignorarle e nasconderle, ma accettarle e spiegarle ai più piccoli, ma prima di tutto a noi stessi. Ancora oggi, nel nostro Paese, la donna è in una condizione di svantaggio, ancora subordinata all’uomo, ancora con troppo poca autostima, preferendo tante volte sfruttare le proprie doti fisiche invece di quelle intellettuali. Nasceva per questo motivo, qualche anno fa, la protesta contro la mercificazione della “donna-oggetto”. Purtroppo le donne prese a esempio non erano d’accordo, perché non si sentivano affatto mercificate.
Il cambiamento delle ambizioni – Dopo la conquista della parità dei sessi e dei diritti femminili è stata fatta tanta strada, ma probabilmente si sta travisando il messaggio delle femministe dell’epoca che pretendevano gli stessi diritti degli uomini, quindi libertà di voto, di espressione, di parola. Ora l’unica libertà che interessa a molte giovani donne è quella di apparire in televisione, per fare sfoggio del proprio sorriso, al massimo di qualche passo di danza.
Non che ci sia nulla di sbagliato, ma che questa diventi l’unica e più grande ambizione di una ragazza, fa pensare. Che sia solo un fatto di pigrizia? Purtroppo sono gli stereotipi che bloccano la tolleranza del diverso: immagini, anche in modo massiccio, di un certo modello di figura femminile, incitano alcuni uomini ad avere comportamenti fuori luogo, perdendo la percezione tra televisione e realtà, tra un personaggio e una Persona. Le donne, dal loro canto, dopo troppi film rosa e telenovele, cercano uomini che nella realtà non esistono, oppure si intestardiscono a voler trasformare i partner facendoli sentire inadeguati e quindi allontanandoli. Anche queste sono forme di violenza, derivate dalla non-accettazione delle diversità tra i due sessi.
Prendendo coscienza di tutto ciò, dobbiamo imparare ad accettare le disuguaglianze per poterlo insegnare ai nostri figli, in modo che non debbano vivere in un mondo fondato sugli stereotipi, sulla violenza di gruppo contro l’individuo “diverso”, sull’imbarazzo e sull’esclusione. Bisogna insegnare nelle scuole e nelle famiglie, prima di tutto a conoscere sé stessi. Solo così sarà più facile, piacevole e istruttivo scoprire le differenze, facendole diventare un qualcosa che costituisce l’individualità di ciascuno di noi, insomma una cosa normale. Così normale che non ci sarà più bisogno di una legge contro il femminicidio.
Mara Tempra
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