Da inizio 2013 sono 65 le vittime di femminicidio. Secondo la stima delineata, sono una ogni due giorni e mezzo le donne a perdere la vita
Da gennaio 2013 a fine giugno, sono 65 le vittime di femminicidio. I dati contenuti nel rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità e presentato in una conferenza stampa a Palazzo Chigi promossa dall’Organizzazione nazionale sulla salute della donna (O.N.Da), parlano chiaro. Secondo la stima delineata, sono una ogni due giorni e mezzo le donne a perdere la vita, oltre sei milioni e 700 mila italiane tra i 16 e i 70 anni sono state vittime di abusi fisici e sessuali e circa un milione potrebbero aver subito stupri o tentativi di violenza. A sconvolgere è anche il fatto che nel 14% dei casi il responsabile è il partner.
Un dato allarmante – I numeri sono allarmanti e rivelano che, tra tutte, la violenza domestica è la seconda causa di morte per le donne in gravidanza. Risulta, infatti, che il 30% dei maltrattamenti che le donne subiscono, ha inizio durante il periodo di gestazione. Una violenza non solo fisica ma anche psicologica. E, come se non bastasse, il 69% delle donne maltrattate in gravidanza continuano a subire violenze anche dopo il parto. Questo porta, ovviamente, a conseguenze fisiche, nonché psicologiche, molto gravi: dal distacco della placenta a disturbi alimentari, da infezioni a problemi psichici come ansia e disturbi e del sonno,. Fino ad arrivare all’abuso di alcol, farmaci e a casi di tentati suicidi.
E’ necessario agire – Ad oggi in Italia le risorse predisposte per i centri antiviolenza sono sotto la decina di milioni. Il problema, dunque, come è stato delineato anche nella conferenza odierna, è piuttosto sottostimato. La cifra per investire nella ricerca è ingente: i costi sono enormi in quanto coinvolgono tutte le donne, comprese quelle che non subiscono violenza, ma anche tutti gli uomini. Impegnare, tuttavia, il Governo anche su questo orizzonte è sicuramente fondamentale oltre che di necessaria e istantanea applicazione.
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