La protesta Femen a Kiev è un sanguinoso attacco a Putin
Femen: la protesta contro Putin – Nel panorama di scontri che si sta manifestando fra Russia e Ucraina, anche il movimento Femen dice la sua. Sono scese nelle strade e nelle piazze, a Kiev, con i consueti metodi di protesta –che più di una volta hanno sollevato qualche dubbio riguardo la loro reale utilità. Questa volta la protagonista è una giovane attivista di Femen: in topless, sul suo corpo la scritta “Stop Putin’s war” e il corpo cosparso di “sangue”. Un’immagine forte, che rimanda simbolicamente al sangue fratricida sparso durante le guerre: in questo caso, il sangue dei compatrioti del movimento Femen, che nell’Ucraina vede la propria patria natale. Del resto, il movimento Femen non è estraneo a proteste contro Putin.
Metodi di protesta – Il movimento Femen nasce proprio a Kiev nel 2008 e da quel giorno numerose sono state le battaglie contro le discriminazioni sociali e di genere, soprattutto in Ucraina, ma non solo. I loro metodi di protesta sono forti e si basano su una corporeità eclatante, motivo per cui sono spesso state ritenute eccessive e a volte anche dannose per l’immagine della donna. Tuttavia, questi gesti non sussistono se non con una precisa motivazione: il corpo, per le Femen, è l’unico modo per ottenere visibilità, per essere ascoltate nel loro paese. Anna Hutsol, fondatrice del movimento, afferma: “Mi sono resa conto che il femminismo tradizionale non avrebbe attecchito qui in Ucraina né con le donne, né con la stampa, né tantomeno con la società”. Anche la guerra in Ucraina, dunque, diventa un motivo per protestare e inserirsi nel dibattito internazionale, seppur in maniera differente.
Guerra in Ucraina – Il gesto delle Femen si inserisce nell’ambito delle ultime notizie riguardanti Ucraina e Russia. E’ dal primo settembre, infatti, che tra Kiev e Mosca si è registrata una vera e propria guerra aperta. Ora, però, il 70% delle truppe russe (di cui Putin ha comunque negato i movimenti) si è ritirato – come ha affermato lo stesso Poroshenko – dal fronte orientale e il cessate il fuoco, varato il 5 settembre, continua, senza però sapere se si andrà incontro ad una pace. I ribelli filorussi, infatti, non si accontentano di essere una regione a statuto speciale, ma vogliono l’indipendenza. Difficile prendere nettamente le parti in una situazione del genere; ma il movimento Femen, che certo non è estraneo a prese di posizioni nette, lo fa.
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