Farkhunda: 4 condanne a morte per l’omicidio della 27enne afghana

Farkhunda: 4 condanne a morte per l’omicidio della 27enne afghana

Il tribunale di Kabul ha condannato a morte 4 uomini per l'omicidio di Farkhunda.

La sentenza del tribunale – Ricordate la storia di Farkhunda ? Questa 27enne afghana è stata linciata dalla folla lo scorso marzo. L’accusa, tesa a giustificare le percosse e l’omicidio (ne hanno bruciato il corpo), era di aver bruciato alcune copie del Corano in una moschea (leggi qui per la vicenda completa). Ora un giudice afghano ha condannato a morte quattro uomini per l’omicidio di Farkhunda. Il tribunale di primo grado di Kabul ha stabilito che i quattro uomini, dei 49 imputati presenti il giorno del linciaggio, sono i principali fautori dell’assassinio presso la moschea Shah Do Shamshera della donna afghana, la quale pare avesse disturbi psichici. La prove che hanno contribuito all’emissione della sentenza consistono in alcune riprese con il cellulare: si possono vedere le scene dell’uccisione di Farkhunda e i volti dei condannati.

Farkhunda

Le condanne a morte – Oltre alle quattro condanne a morte (i nomi degli uomini sono: Zain-ul-Abedin, Mohammad Yaqoob, Mohammad Sharif e Abdul Bashir), ben 19 poliziotti sono stati accusati di omissione di soccorso durante la tortura su Farkhunda; per la sentenza di questi ultimi, il giudice ha aggiornato il processo a sabato. Subito dopo l’accaduto, quel 19 marzo, molti di coloro che avevo contribuito al linciaggio di Farkhunda, sono tornati nelle loro comode case e hanno pubblicato sui loro profili Facebook frasi come: “Auguri ai musulmani! Questo pomeriggio alle 16 una donna ha bruciato le copie del Corano nella moschea. E’ stata prima uccisa dalla nobile gente di Kabul, compreso me, e poi il suo cadavere è stato incendiato”.

La protesta delle donne afghane – Dopo l’omicidio di Farkhunda, le donne afghane hanno raccolto il corpo carbonizzato della ragazza innocente sulle rive del fiume Kabul e, contrariamente alla tradizione, hanno portato loro stesse il feretro: “Portiamo noi la bara di Farkhunda. Era una figlia dell’Afghanistan. Oggi è toccato a lei, domani toccherà a noi”, hanno gridato addolorate”. Da quell’episodio di proteste si è immediatamente diffuso sui social network l’hashtag #JusticeForFarkhunda.

 

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