Family Day: lo sfogo di Marco Palillo fa riflettere il web

Family Day: lo sfogo di Marco Palillo fa riflettere il web

"Anche la fecondazione assistita per una donna è contro natura?"

Bufere social sul Family Day – Sono passati giù due giorni dal Family Day, la manifestazione di Roma che, sabato pomeriggio, è esplosa in piazza per difendere e celebrare la famiglia tradizionale contro il ddl Cirinnà e contro l’insegnamento nelle scuole italiane della teoria del gender. La bufera che ha innescato il Family Day non è destinata ad esaurirsi velocemente, e sul web, sopratutto sui social network, continua a crescere il numero dei post riguardanti la polemica sui diritti delle coppie omosessuali. Un post sul Family Day che ha attirato l’attenzione degli utenti web è quello di Marco Palillo, ragazzo gay residente a Londra, sul suo blog, Liberté Fraternité Beyoncé. Il suo sfogo parte da una dolorosa scoperta personale: l’amica di sempre era in Piazza San Giovanni per lottare contro i diritti delle coppie omosessuali, quindi anche contro i suoi, a favore della famiglia classica.

Family Day

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Lo sfogo di Marco – Questo il lungo post che Marco Palillo ha scritto riguardo al Family Day: “Ho un’amica che ieri è andata al Family Day a manifestare contro i miei diritti. Sì, un’amica vera, una di quelle che conosci da sempre, che ha dormito a casa tua, a cui hai confidato le tue paure e i tuoi sogni, che hai sostenuto quando era in difficolta. Un’amica con cui hai condiviso un pezzo importante della tua vita, a cui ti legano mille ricordi felici. Scoprirla in quella piazza è stato peggio di scoprire un tradimento. Come può una persona che ti è vicina manifestare contro quello che sei? Giudicare il tuo desiderio di famiglia? Mi sono sentito colpito allo stomaco, come un pugno. Tradito. Qualche giorno fa quella stessa amica aveva scritto su FB che i figli delle persone gay erano contro la volontà di Dio. In quell’occasione, ho reagito male, l’ho insultata pesantemente, ma era rabbia, rabbia nera di quella che ti sgorga dal più profondo del cuore. In quella rabbia c’erano sedimentate troppe cose che forse quell’amica un po’ ingenua non può comprendere: gli insulti degli altri ragazzini, le risatine dietro le spalle, crescere in un mondo in cui ti fanno sentire sbagliato. No, non è vittimismo. E’ la mia storia e quella di molti altri, di un ragazzo gay nato ventisei anni fa in Sicilia che ha dovuto conquistarsi con fatica la propria libertà.”

“Se lei fosse sterile, non la giudicherei per la fecondazione assistita” – “Oggi vivo e lavoro a Londra – prosegue Marco nel suo post contro il Family Day –  in un paese in cui ho gli stessi diritti della mia amica e mi sembra tutto così facile, ma a sedici anni non lo era. Ero da solo a fare i conti con la mia identità. C’è voluto del tempo, ma alla fine sono riuscito ad essere felice di quello che ero. Queste cose la mia amica le sa, eppure non l’hanno trattenuta dall’andare in una piazza in cui si urlava che i miei figli sono violentati dalla mia scelta di essere padre. […]Sì, mi sento tradito perché non capisco come un’amica possa giudicare le mie stesse e non comprendere il mio desiderio di famiglia. Se quell’amica un giorno fosse sterile, io non la giudicherei se dovesse ricorrere alla fecondazione assistita, ma le sarei vicino e l’aiuterei, perché questo fa un amico sincero. Non vuole camminare di fronte a te, ma accanto per darti la mano. Se un giorno lei dovesse avere bisogno di un trapianto di organo, io non direi che la tecnologia scientifica è contro il volere di Dio o contro natura. E se fosse possibile, quell’organo glielo donerei io. Perché è questo che fanno gli amici. Invece lei si permette di giudicare le mie scelte quando io non ho mai giudicato le sue. Ipocrisia? Cattiveria? Probabilmente profonda ignoranza e frustrazione di chi per essere realizzato ha bisogno di combattere una guerra contro qualcun altro. Non conosco le ragioni di quest’amica, e francamente oggi non mi interessano. Fortunatamente io, non so lei, sono pieno di amiche e amici che mi amano e che vogliono la mia felicità. Però conosco le mie ragioni. E per quelle ragioni, voglio dirle: cara amica, anche se amica non sei più o forse non lo sei stata mai, la differenza tra me e te è che io ti auguro di essere felice. Buona vita!

Fonte: The Huffington Post

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