Sotto un occhio vigile
Il grande osservatore – Facebook, tra i social network più popolati del mondo, ha come è noto una serie di misure in grado di tutelare la privacy dei suoi fedeli utenti. Varie impostazioni del profilo facebook ci permettono, infatti, di limitare l’accesso a contenuti personali o di segnalare un abuso o un uso scorretto del social network da parte di altri. Ora però sorge una domanda non del tutto scontata e alla quale pochi pensano seriamente. Facebook è, infatti, pensato da molti come una realtà data e autosufficiente. Neutrale. Non è ovviamente così e ogni profilo è, invece, costantemente monitorato. Quindi: chi tutela la nostra privacy da Facebook? Facebook stesso?
Test della personalità – Facebook e privacy sono quindi realtà che entrano in contatto in modo molto delicato e fragile. Oltretutto d’ora in poi occorre fare una certa attenzione a come “parliamo” e alle pagine che visitiamo sul web perché attraverso una App, Facebook sarà in grado di analizzare l’uso linguistico fatto su internet e “pedinarci”; lo afferma il social network a AdAge: utilizzerà “dati passivi” ovvero dove gli utenti navigano con il loro pc, per trarre informazioni su di loro. Questo come? Attraverso il tasto “mi piace”. Un tasto onnipresente e onnipotente che d’ora in poi non sarà neanche più necessario cliccare per essere rintracciati su una determinata pagina. Un qualsiasi utente può essere riconosciuto e pedinato da Facebook su qualsiasi sito dove sia presente il tasto “like”: il fatto che l’utente clicchi sul “mi piace” è assolutamente ininfluente.
Pane, amore e pubblicità – Questa nuova “funzione” di facebook limita la nostra privacy? La intacca? Forse si, forse no. Senza dubbio tra i fautori dei no ci sono tutti quelli che attraverso una maggiore conoscenza del consumatore potranno trarre vantaggi per la vendita dei loro prodotti. Facebook, infatti, sarà agevolato nel far comparire come per magia sulla nostra “home” proprio l’inserto pubblicitario inerente ai nostri interessi. L’utente guarderà meravigliato apparire sul social network la pubblicità di un prodotto che solo qualche giorno prima aveva cercato sul web. Ignaro di aver suggerito lui stesso al web i propri gusti e le proprie necessità. Sarà più facile imboccare il consumatore. Tutto parte da uno studio intitolato “Personalità, genere, età nel linguaggio dei social media. L’approccio del vocabolario aperto”: l’indagine ha “preso in esame settecento milioni di parole, frasi e modi di dire utilizzati da 75.000 volontari nei loro post su Facebook, per elaborare modelli grazie ai quali è possibile ricostruire con un alto grado di attendibilità i tratti che caratterizzano il soggetto: la fascia d’età, il sesso, i dati salienti del carattere”. Ora sicuramente facebook sarà in grado, più di prima, di esaudire i nostri desideri e noi saremo ancor di più un libro aperto sotto il suo occhio vigile.
COMMENTI
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