Facebook, donne e metrosexual. Facebook garantisce la parità dei sessi: anche gli uomini sottoposti ai criteri di giudizio estetici.
Facebook e la parità dei sessi – Il lancio di facebook nel 2004 costituisce l’anno zero del nuovo millennio. Da allora esiste un’era prima e dopo facebook, spartiacque per la concezione dell’immagine, delle relazioni, dell’informazione. E noi donne? Con facebook abbiamo trovato un’altra vetrina (questa volta una vetrina democratica), dove poter guardare ed essere guardate, e un nuovo calcolo dell’autostima, equazione proporzionale al coefficiente “I Like“. Come questo ha cambiato le nostre vite non si può dire ancora, ma certamente rientra nel meccanismo più globale del trionfo dell’immagine. Ciò che può consolarci, però, è che questa volta non solo è una vetrina democratica, ma a modo suo ha garantito anche la parità dei sessi: gli uomini sono infatti vittima dello stesso processo, il metrosexual ne è una chiara dimostrazione.
Il metrosexual – Il metrosexual è un uomo eterosessuale tendenzialmente, ma non necessariamente, metropolitano (metro-) che manifesta una singolare cura estetica: attento al look e grande consumatore di cosmetica avanzata, frequentatore dei centri estetici, patito di depilazione, del fitness, dell’abbronzatura a raggi UVA, sostenitore del culto del corpo. Qualche anno dopo che Mark Simpson coniava il neologismo nel giornale The indipendent, una Carrie Bradshaw, nel 1999, affermava con saggezza popolare: “L’etero-gay era una nuova razza di maschi eterosessuali generatasi a Manhattan a causa di eccessiva esposizione a moda, cucina esotica, musical e antiquariato”. Insomma, una tendenza pre-Facebook, vera e propria rivoluzione di come concepiamo il genere, ma che il post-Facebook ha sicuramente contribuito a portare fuori dalle metropoli in un contagio internazionale.
Donne e uomini sulla stessa barca – Se Facebook e Twitter sono quindi portatori di una nuova religione politeista e antropomorfa legata al culto delle persone, l’uomo e la donna sono, questa volta, sulla stessa barca. Facebook ha ideato un meccanismo semplice ed efficace per farci gareggiare tutti: la distribuzione dei compensi (I like) è sufficiente per attrarci, uomini e donne. E così, mediante un processo lento, anche l’uomo è stato sottoposto ai criteri di giudizio estetici. Non ancora ai livelli della donna, ma la situazione è in evoluzione. Staremo a vedere.
COMMENTI