Eve Ensler: l’ossessione per la sicurezza

Eve Ensler: l’ossessione per la sicurezza

Eve Ensler parla dell'ossessione moderna della sicurezza che porta le persone ad essere meno sicure. Ci barrichiamo dietro la protezione di noi stessi senza accorgerci che la sicurezza è un'illusione. La storia di donne che hanno raggiunto una sicurezza reale.

Ossessione per la sicurezza– “Penso sarà un sollievo per qualcuno”, esordisce Eve Ensler in una conferenza su TED.com, “e una delusione per altri il fatto che oggi non parlerò di vagine. Ho scritto i monologhi delle vagine perché al tempo ero preoccupata per le vagine. Oggi sono preoccupata per la sicurezza, per questa forma di sicurezza che è così diffusa.”. L’autrice de I monologhi della vagina, testo teatrale che negli ultimi anni ha girato i teatri del mondo, contesta l’ossessione moderna per la sicurezza sostenendo che il focalizzarsi su di essa abbia portato le persone ad essere insicure. Moriamo, ci ammaliamo, le persone che ci sono vicine ci lasciano o si allontanano, cambiamo: nella vita niente è sicuro, per fortuna. Ma se noi vogliamo nella nostra vita la sicurezza, accadono diverse cose: non viaggiamo, per esempio, non lasciamo che “troppe idee in contrasto tra loro convivano nella nostra mente perché ci potrebbero sfidare”, non incontriamo nuove persone, non fuoriusciamo dai limiti conosciuti e, soprattutto, ci aggrappiamo ad un’identità solida. “Così ci definiamo italiani, indiani, americani oppure mussulmani, ebrei, cattolici. Diciamo di essere eterosessuali, omosessuali o diciamo di non fare sesso.”. Creiamo un’identità solida, con le specifiche voci in ogni categoria, con l’obiettivo di “diventare qualunque cose ti protegga dal dubbio e dal cambiamento”. Mentre cerchi di essere sicuro, chiudi la tua mente e diventi meno sicuro. Perché? Perché alzi una serie di barriere per tenere lontano le cose estranee e così passi tutto il tuo tempo nel tentativo di difenderti.

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Sicurezza reale– “Questa aspirazione alla sicurezza ti ha reso molto più insicuro perché ora devi tenere sempre gli occhi aperti” continua Eve Ensler. Il pericolo è quello di passare le giornate trincerandosi dentro il proprio pensiero essenziale, con l’unica occupazione di protezione di se stesso, “questo è tutto quello che fai. Le idee diventano brevi, diventano slogan. Ci sono i criminali e i santi, chi è con noi e chi è contro di noi. È più facile fare male alle persone perché sei incapace di guardarle dentro, è più facile rinchiuderle, denudarle, umiliarle perché sono solo ostacoli alla tua sicurezza.”. Eve Ensler racconta che con l’associazione V-Day ha attraverso 60 paesi del mondo. Ha incontrato le donne afghane, brutalizzate e censurate, le donne pakistane, con i visi distrutti dall’acido, le donne americane, stuprate dal ragazzo con cui uscivano. Queste donne, le “guerriere della vagina”, rappresentano una nuova specie emergente: “possiedono una fierezza e una libertà che credo sia la base di un nuovo modello.”. Sono riuscite a fuoriuscire dallo schema vittima-carnefice, la loro preoccupazione non è più la sicurezza. Sanno che la sicurezza non è possibile. E allora il loro obiettivo è quello della trasformazione del dolore. “Io credo” dice Eve Ensler “che stiano riuscendo a creare una sicurezza reale e una nuova idea di sicurezza”.

Le guerriere della vagina– Nel Cairo hanno aperto la prima casa per donne maltrattate e hanno denunciato il grado di violenza in Egitto. Le donne in Uganda hanno lottato per mettere in scena I monologhi della vagina: il lungo dibattito nel governo ha avuto risonanza in tutto il continente africano. Una ragazza in una scuola del Minnesota, dopo essere stata minacciata di essere espulsa per la spilla “I love my vagina” (gadget dello spettacolo dei monologhi), facendo indossare a 150 compagni una maglia che recitava I love my vagina o I love her vagina, ha ottenuto che finalmente in quella scuola il sesso fosse sdoganato come tabù e fosse introdotta educazione sessuale. Agnes, una donna che ha subito mutilazioni genitali, ha attraverso la Rift Valley spiegando alle persone com’era una vagina sana e una mutilata: ha salvato migliaia di ragazze e oggi ha aperto una casa per donne maltrattate ed è diventata il vicesindaco di Narok. Sono storie di donne che hanno capito la grande illusione della sicurezza e che lavorando sulla rielaborazione del dolore e sui rapporti con le persone hanno ottenuta una maggiore sicurezza reale.

Se noi ci focalizziamo sulla sicurezza diventiamo più insicuri. La sicurezza reale è meditare sulla morte, non fingere che non esista. Tuffarsi nel dolore, arrendersi alla tristezza. La sicurezza non è essere sicuri di qualcosa che non sai. La sicurezza reale è la fame di relazioni, piuttosto che di potere. È un processo, è consapevolezza acuta nel sapere che siamo tutti collegati. Che l’azione di una persona in una cittadina può arrivare ovunque. È tollerare il mistero, la complessità, avere credenze e valori, ma non irrigidirsi intorno ad essi. Non usarli come armi.”

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