"Fate una legge sulla fine-vita che ci eviti l'umiliazione di andare in Svizzera"
L’ottimismo di Emma Bonino – “Non ho paura, sono ottimista”. Una donna grintosa e positiva. Così Emma Bonino, in un periodo molto difficile della sua vita, appare in un’intervista a La Repubblica. “Ho avuto una vita fantastica. Gli affetti familiari, la politica radicale, le amicizie, i grandi dolori, le solitudini. La cosa importante è saper provare, vivere, accettare e governare le emozioni, mai diventare indifferenti a ciò che ci attraversa o ci sfiora“. Emma Bonino sta combattendo da qualche mese (ha annunciato pubblicamente di avere un cancro il 12 gennaio) contro un tumore ai polmoni, malattia che lei apostrofa come la “bestiola” o lo “stronzo”, ma la sua carica combattiva è ancora intatta.
“Dovrei tornare com’ero, una contadinotta di 65 kg” – Emma Bonino aggiunge, parlando dello stile di vita che sta conducendo: “Sopporto la chemioterapia senza eccessivi disagi, dovreste vedere quanto sono rigorosa. Seguo accuratamente le disposizioni dei medici, i professori Claudio Santini e Enrico Cortesi. Mangiare tre volte al giorno, evitare la carne e i dolci, limitare i formaggi. Faccio colazioni nordiche o forse dovrei dire islandesi: pane, burro, tonno e capperi e una tazza di brodo, mi manca soltanto l’aringa. Ero abituata a un caffelatte e tre biscotti, ora riesco a mangiare solo salato. Non sento più i gusti. L’ordine dei dottori è non perdere peso. Dovrei tornare a com’ero prima di conoscere i radicali, una bella contadinotta bionda di 65 chili. Eppoi dormire, non viaggiare… Sulle sigarette ho ottenuto una deroga. Via libera (con sospiro) persino dal mio amico Umberto Veronesi. Una ogni due ore, fino a dieci al giorno. Anzi, vi avverto che è giunta l’ora, ve ne tocca una“.
“Trovate il modo di fare una legge sulla fine-vita” – Emma Bonino a La Repubblica ha raccontato di quando lo scorso 12 gennaio annunciò in diretta su Radio Radicale di avere un cancro: “Avere fatto quella confessione mi ha aiutata. Molti malati mi hanno scritto: grazie, ha aiutato anche me. Avere la consapevolezza che noi non siamo il nostro male, che siamo altro, che dobbiamo sforzarci di continuare a essere le stesse identiche persone di prima costituisce la nostra speranza e la nostra fede laica“. Infine Emma racconta della sua risposta agli amici parlamentari che le hanno inviato messaggi di solidarietà in questo mese: “Ho risposto a tutti: grazie, ora vedete di trovare il modo di fare una legge sul fine-vita che ci eviti l’umiliazione di andare in Svizzera per poter vivere liberi fino alla fine, che è lo slogan della campagna dell’Associazione Luca Coscioni. Beh, nessuna replica, come se li avessi sterminati tutti con una Colt 45 o con il Ddt“.
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