Un bravissimo Emilio Solfrizzi nel ruolo protagonista della piece di Georges Feydeau diretta da Valerio Binasco!
Un giovane medico in servizio notturno in Parigi, il dottor Moulineaux, debosciato e abominevole come sdegnosamente lo definisce sua suocera, dorme in una camera separata da quella di sua moglie, da poco sposata, e questo gli permette qualche scorribanda notturna extraconiugale. Da un po’ di tempo corteggia ricambiato la signora Aubin, sposata con Anatolio, pedissequo coniuge che accompagna sempre sua moglie in ogni occasione, peccato si fermi all’ingresso dei luoghi in cui sua moglie si reca. Si dà il caso che ci sia anche il signor Bassinet, da qualche tempo abbandonato da sua moglie, che ha una serie di appartamenti da affittare, e che sottomano al momento ha una soffitta in Rue de Milan 70 recentemente lasciato da una sartina insolvibile. Quell’appartamentino farà proprio al caso di Moulineaux che lo rileva per poterci incontrare e soggiacere con la sua bella e giovante amante. Ciò è solo l’inizio di una serie di rocamboleschi equivoci e scambi di ruoli in una girandola vorticosa che solo alla fine dei tre atti di Sarto per Signora troverà un ricomporsi delle coppie in un equilibrio ipocrita e perbenista.
Georges Feydeau autore giovanissimo della commedia, in scena al Teatro Sala Umberto di Roma fino al 26 Aprile, è l’ingegnere per eccellenza dei meccanismi esemplari della comicità francese di metà ottocento, le sue diavolerie sceniche sono organigrammi perfetti che da soli basterebbero a raccontare una storia e a divertire nonostante l’incrostatura del tempo. Basterebbe seguire le linee guida delle sue intricate trattorie narrative affinché un buon risultato di messinscena possa essere portato a segno. Valerio Binasco regista dello spettacolo, del quale questa stagione son passati a Roma ben tre spettacoli da lui diretti: Una specie di Alaska, con tre eccezionali interpreti rari, Il mercante di Venezia, con un Silvio Orlando strepitoso e questo Sarto. Ora sembra che Valerio Binasco coltivi parallelamente due anime, due diversi binari espressivi ma che per opposizione stridono e si scontrano. Quella cifra registica, che gli riesce bene, legata a temi e ad autori spiccatamente più interessanti e artisticamente stimolanti e questa più frivola e capricciosa di testi salottieri – da poco peraltro c’è stato il debutto nazionale al Teatro della Tosse di Genova di La Lezione di Eugene Ionesco – in questa condizione più leggera Binasco sembra avere un ammontare più opaco, più convenzionale e soprattutto più a corto di idee. Esempio per tutti in questo Sarto, a parte l’ambiente unico su scena di Carlo De Marino, con quattro porte e ingresso sul fondo, il regista per smuovere questo materiale in conformità alle regole della comicità fa declinare agli attori una leggera cadenza dialettale, un gioco linguistico assolutamente inutile e poco funzionale. In conclusione, si ride ma si ride della bravura indiscussa degli attori, tutti di classe, e del congegno cronometrico di Georges Feydeau ma non di una regia coerente.
Le squadre che giocano in campo in questa partita ad armi pari fra i due sessi opposti son quella maschile capitanata da un Emilio Solfrizzi, in piena forma fisica, che ritrova un personaggio consono alla sua mimica, al suo temperamento e alla sua bravura, un Fabrizio Contri in attacco, che ritrova una caratterizzazione già vista in altri spettacoli di Binasco, Simone Luglio in difesa che con bonomia e furbizia svolge bene il suo ruolo di marito e di cocu e in porta Etienne un servitore tuttofare, modello, pittore interpretato dallo spilungone Cristiano Dessì. La squadra femminile invece si difende ancora meglio con la verve scoppiettante e vivace di Anita Bartolucci, seguita da una castigata e frustrata Giulia Weber nel ruolo della moglie, una romagnola doc Lisa Galantini, elegantissima in abito arancione e infine una Fabrizia Sacchi che ritrova le sue radici campane per un ruolo a sorpresa nel finale. Arbitra la partita Barbara Bedrina. Quanti problemi si risolverebbero se la camera matrimoniale fosse unica e non divisa in due!
SARTO PER SIGNORA
di Georges Feydeau
con Emilio Solfrizzi, Anita Bartolucci, Barbara Bedrina, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Lisa Galantini, Simone Luglio, Fabrizia Sacchi, Giulia Weber.
scena Carlo De Marino
costumi Sandra Cardini
regia Valerio Binasco
Produzione ErreTiTeatro30
Teatro Sala Umberto di Roma fino al 26 Aprile
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