Elysium: recensione

Elysium: recensione

La nostra recensione di Elysium: lotta di classe fantascientifica firmata Blomkamp

Se c’è una cosa che si ravvisa in Blomkamp è il suo modo di concepire il cinema. Un universo futuristico, ma tangibile, nel quale reale e irreale si invadono, si intersecano dentro scenari emotivi che braccano la sopravvivenza. È sempre una rincorsa alla vita quella che vediamo. Lo è stata in District 9 (2009) e lo è oggi in Elysium.
Nato nel Sud Africa ciò che il regista ammette di inquadrare è un inconscio che non smette di presentarsi. Per questo Elysium e District sembrano stessi filamenti di un dna cinematografico. Quelli di Blomkamp sono ricordi d’infanzia anestetizzati con effetti speciali, visioni di disequilibri sociali e politiche disumanizzate. È la firma di un giovane talento che pone domande su celluloide distopica e le fa accendere negli occhi del pubblico.

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Detto questo però Elysium non è District 9. L’impatto psicologico è più flebile, alcune soluzioni sono improbabili e a volte le scene d’azione si aggrovigliano troppo su se stesse. Ma c’è un cattivo strepitoso, un ritmo che non cede mai il passo alla noia e un’ottima ambientazione (leggi reale discarica di Città del Messico).

Su Elysium, pianeta artificiale a due passi dalla terra, non si invecchia e non si muore. Ricorda i “campi elisi”, ma siamo nel 2154 e i meravigliosi paradisi egoisti di superiorità che vediamo, sono quelli di una elite di (ricchi) prescelti che hanno avuto la fortuna di viverci. Max invece sta sulla terra, sprofondata nella malattia e nel degrado più dimenticato. Colpito da una dose massiccia di radiazioni vede in quel mondo satellitare l’unica speranza di salvezza.
Nel mezzo una massa di dati criptati che potrebbero salvare il mondo, una Jodie Foster scellerata ma troppo robotica e uno Sharlto Copley tanto bravo da suscitare un’empatica rabbia psicopatica. Matt Damon è il doppio senso. La sua espressività monotona non trasmette quel pathos che si vorrebbe da uno che ha sulle spalle la redenzione sua e del mondo. Poi però si pensa al fatto che nessuno l’ha presentato come un eroe. Non abbiamo di fronte Jason Bourne, ma un condannato qualunque invischiato in una guerra e con una manciata di antidolorifici in mano. Allora tutto torna: ogni mancata espressione assume il proprio senso, in quell’esoscheletro triste e spaesato che non ha più alcuna certezza, tanto perdente da un lato quanto rabbioso dall’altro.

Blomkamp resta coerente con se stesso e regala un film spettacolare e sincero. Non vuole essere “politico” dice, ma se sopportiamo anche al cinema certi scenari è solo perché qualcuno riesce a costruirne l’impianto senza arrampicarsi sulla morale. Colpisce con meno potenza del District d’esordio, ma la sua lotta di classe si guarda volentieri, in quello che è stato definito “social shi-fi*”.

 

Scheda film
Titolo: Elysium
Regia: Neill Blomkamp
Sceneggiatura: Neill Blomkamp
Cast: Matt Damon, Jodie Foster, Sharlto Copley, Alice Braga, Diego Luna, Wagner Moura, William Fichtner, Talisa Soto
Genere: fantascienza
Durata: 109’
Produzione: Media Rights Capital, QED International, Sony Pictures Entertainment
Distribuzione: Warner Bros Pictures Italia
Nazione: Usa
Uscita: 29/08/2013.

* Valentina Martelli.

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