Il prestigioso premio letterario Man Booker International Prize ha tra i suoi finalisti Elena Ferrante con il suo romanzo "Storia di una bambina perduta", ultimo della quadrilogia "L'amica geniale"
Con il quarto episodio della saga “L’amica geniale”, Elena Ferrante si aggiudica un posto in finale nel prestigioso premio letterario Man Booker International Prize che dal 2016 si terrà ogni anno per premiare una singola opera scritta in inglese o un’opera che pur essendo scritta in un’altra lingua, sia poi stata tradotta in lingua inglese; lo scopo è quello di dare riconoscimento anche e soprattutto alla letteratura straniera e al grande lavoro dei traduttori.
Il romanzo in gara
Elena Ferrante concorrerà con “Storia di una bambina perduta” edito in Italia da E/O e tradotto da Ann Goldstein per Europa Editions, il cui lavoro ha permesso all’autrice di ottenere un enorme successo oltreoceano: si tratta infatti, al momento, di una delle autrici italiane più apprezzate sia nel panorama letterario nostrano che in quello internazionale e a dimostrarlo, anzi a confermarlo, ecco che arriva la candidatura al Man Booker International Prize.
Chi è Elena Ferrante e perché tutto questo successo?
Con il romanzo d’esordio “L’amore molesto” (1992) si ritaglia uno spazio nella selezione al Premio Strega (oltre alla vittoria del premio Procida Isola di Arturo-Elsa Morante) e dieci anni più tardi “I giorni dell’abbandono” è finalista al Premio Viareggio. Di lei si sa a malapena il nome, anzi in realtà neanche quello, poiché si pensa si tratti di uno pseudonimo usato in virtù di un’identità da voler tenere lontana dalla curiosità giornalistica, al fine di preservare l’autosufficienza delle sue opere.
Elena Ferrante: “L’amica geniale”
Ricchi di nomi e nomignoli sono però i suoi racconti: il ciclo “L’amica geniale” con cui è in concorso, ci parla dell’amicizia tra Lenù e Lila, due ragazze nate e cresciute nella Napoli dei rioni poveri del secondo dopoguerra; due vite che nascono intrecciate e che il destino prova ad allontanare, spesso con ferocia, non riuscendoci mai del tutto. La scrittura della Ferrante – scorrevole, limpida e allo stesso tempo densa e forte delle storie che veicola, a tratti confidenziale – ci riporta uno spaccato di quell’Italia ancora bistrattata dalle violenze e dalla miseria della guerra, ma già pronta a tuffarsi smaniosa nel benessere portato dal boom economico. Una quadrilogia intensa e appassionata che racconta la storia di Elena Greco e Raffaella Cerullo, delle loro famiglie, della “loro” Italia. E che a tratti sembrerebbe volerci raccontare anche la nostra, di storia.
Stefania Severini
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