Edipo di Sofocle con Glauco Mauri e Roberto Sturno al Teatro Eliseo di Roma

Edipo di Sofocle con Glauco Mauri e Roberto Sturno al Teatro Eliseo di Roma

In Scena al Teatro Eliseo un grandioso Glauco Mauri che a vent'anni dalla prima edizione fa rivivere il mito di Edipo, scambiandosi solidalmente il ruolo con Roberto Sturno, e mettendosi in gioco alternandosi alla regia con Andrea Baracco, uno spettacolo che gioca sui chiaroscuri di un personaggio, come Edipo, che ancora ci appartiene profondamente.

 

Due regie per Edipo, nella sua specularità sofoclea di Edipo Re e Edipo a Colono rispettivamente di Andrea Baracco e Glauco Mauri, nello spettacolo che ha debuttato al Teatro Eliseo di Roma, Mauri ne è anche interprete eccellente– con Roberto Sturno col quale si rimanda il personaggio – al di sopra di ogni giudizio. L’attore pesarese raggiunge vette altissime per leggerezza e liricità. Lui non è più un attore che impersona un personaggio, è una parte fondante del teatro italiano che si esibisce su di un palcoscenico, attraverso ogni sua interpretazione è possibile il filtrare, il ripercorrere di un artista, la sua storia e la sua essenza più profonda. Ma veniamo allo spettacolo suddiviso in una dualità registico/temporale, menzionando che Sofocle fu il primo tragediografo greco ad abolire la trilogia, che ripercorre la storia del mito di Edipo alla ricerca della verità. Edipo nasce da Giocasta e Laio, re di Tebe, forzatamente poiché un oracolo aveva previsto che la sua nascita avrebbe portato solo dolore e rassegnazione, ma il desiderio di un figlio era così forte per Giocasta che riuscì lo stesso a congiungersi con il marito. Il bambino fu strappato via dalla madre e crebbe lontano dagli affetti, alla corte del re di Corinto credendo esserne il figlio. Ma qualcuno rivelò al giovane che ciò non era vero. Edipo prima di rivolgersi all’oracolo fu bloccato dalla Pizia che disse tutta la verità,: era destinato ad uccidere suo padre e sposare sua madre. Allora si allontanò da Corinto per stabilirsi a Tebe. Sulla strada per casa, incontra Laio e per un litigio lo ammazzerà. Stabilitosi a Tebe sposerà, come la profezia aveva stabilito, sua madre Giocasta e da lei avrà quattro figli. Questo è grossomodo l’antefatto.

La straordinaria modernità di Sofocle sta proprio nell’inscenare il giorno in cui il mondo perfetto e ideale costruito da Edipo crollerà. E di come per scontare tutte le sue colpe si accecherà. Il percorso di Edipo è un percorso di conoscenza e di consapevolezza delle colpe del mondo, non è lui a doversi pentire del suo operato è il mondo intero da lui riprodotto in rappresentanza dell’umanità indivisa. All’aprirsi del sipario la regia di Baracco ci mostra una Tebe ridotta a baraccopoli, salvo poi nel finale scomporsi a ghigliottina per il tragico suicidio di Giocasta. La luce scarseggia e quella poca che accarezza i protagonisti di questa tragica vicenda giunge dall’alto attraverso delle vecchie lampade da studio fotografico, che si posizionano a pochi centimetri rendendoli ancora più spettrali e disperati. L’acqua, che dovrebbe essere purificatoria, salvifica, ciclica, con il potere straordinario che solo essa contiene, scroscia dall’alto e si raccoglie proprio davanti alla reggia diventando un acquitrino ove i personaggi vi si impantanano fin quasi a rimanerne invischiati. Ed è da quell’acqua, che vengono ripescati i feticci dei figli di Edipo.

Una buona intuizione registica, ed è una buona intuizione riunire accanto a Roberto Sturno e Glauco Mauri un terzetto di attori, realtà emergenti del teatro nostrano, come Elena Arvigo, una solista impegnata e pasionaria, Giuliano Scarpinato, attore/regista che sta facendo discutere con il suo bellissimo Fa’ Afafine (Premio Rete Critica 2016) o uno fra i più bravi attori della sua generazione Ivan Alovisio. Nero/Bianco, come un negativo/positivo di un istantanea fotografica ecco il polo positivo della vicenda (scene Marta Crisolini Malatesta), rappresentato dal nitore accecante di Edipo a Colono con la sedimentata regia di Mauri. Edipo vuole trovare pace in terra straniera e lì morirà, oramai stanco, avendo assunto su di sé ogni colpa e ripetendo ogniqualvolta il suo doloroso destino. Essere o non essere, l’esistenza dell’uomo è legata a questo dilemma, Edipo vorrebbe non essere mai stato, mai nato, la porpora scolorita del suo abito, simbologia di un sangue versato per la sua purificazione, si mescolerà al rosso acceso del sipario accompagnandolo alla rinascita attraverso la magia del teatro, mentre il pubblico tutto applaude.

Edipo / Edipo Re – Edipo a Colono di Sofocle

con Glauco Mauri, Roberto Sturno, Ivan Alovisio, Elena Arvigo, Laura Garofoli, Mauro Mandolini, Roberto Manzi, Giuliano Scarpinato, Paolo Benvenuto Vezzoso

scene e costumi Marta Crisolini Malatesta

regia Andrea Baracco – Edipo Re / Glauco Mauri – Edipo a Colono

 

produzione Compagnia Mauri Strurno, Fondazione Teatro della Toscana

Teatro Eliseo, Roma fino al 12 febbraio

 

 

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