Riflessione di Angela Palese sulle donne: ogni donna ha la sua importanza e fa parte di un mosaico intriso di bellezza ed unicità
La violenza sulle donne è diventato un argomento che non si puo’ più ignorare, nemmeno per un giorno, e la frequenza di episodi criminali è divenuta insostenibile. E’ giusto che i media se ne occupino, che l’opinione pubblica reagisca davanti a questa strage che ci viene somministrata con un contagocce inarrestabile, è giusto che lo Stato intervenga. Ma come difendersi? Corsi di difesa personale, centri di ascolto e intervento, sostegno e tutela da parte delle istituzioni, sensibilizzazione nell’educazione delle nuove generazioni, molte possono essere le proposte e le modalità per arginare il fenomeno. Tutto aiuta, tutto contribuisce, ma l’aiuto che le donne possono darsi riveste un ruolo importantissimo.
La solidarietà femminile viene ingiustamente spesso mortificata ed etichetttata come quell’atteggiamento superficiale di donne che parlano di ceretta e smalto per unghie, dandosi consigli su come conquistare lui e spettegolando sulla vita delle altre donne, ma in realtà puo’ concretizzarsi in un bel paio di occhiali attraverso cui scrutare la realtà e riuscire a interpretarla con il cuore. Esiste molta sofferenza nascosta, che spesso non viene alla luce perché non finisce tragicamente in maniera visibile, ma che potremmo lenire se ci sentissimo tutte sorelle e se non cadessimo nel tranello di giudicarci spesso freddamente e cinicamente con gli stessi epiteti e stereotipi che alcuni uomini utilizzano, trattando le donne senza rispetto. Se pensassimo: se fossi io, se fosse mia madre, mia sorella, mia figlia? Tante cose non le faremmo, facilitando a volte comportamenti scorretti ed impuniti e non cederemmo mai alle lusinghe di chi ci loda propinandoci giudizi taglienti sulle altre donne.
Si usa tanto l’espressione ‘fare rete’, e si parla di quanto questo sia produttivo nel lavoro, ma dovremmo fare rete nella vita quotidiana, nella normalità di tutti i giorni per fare in modo che nessuna rimanga indietro, nessuna rimanga sola, nessuna venga umiliata e calpestata, cominciando con la vicina di casa, la collega, la conoscente, le figlie. Quante volte si etichettano ragazze giovanissime in maniera tale da spingerle verso una deriva senza più ritorno.
Non si tratta di violare la riservatezza di cui ogni donna ha diritto, ma di stare attente con il cuore si’, attente a chi ci circonda per poter intercettare una muta richiesta d’aiuto, un pericolo incombente, attente a non portare sofferenza ad altre donne, anche involontariamente, immedesimandoci nella loro situazione. Guardiamoci le spalle, sentiamoci tutte mamme, tutte figlie, tutte sorelle, tutte amiche, al di là di tutto, della provenienza e della religione, dei ruoli e dei conflitti di interesse, della rivalità nel lavoro e in famiglia, dello scontro generazionale. La posta in gioco è alta, troppo alta, l’interesse è la vita e la possibilità di vivere potendo essere tutte noi stesse, tutte diverse e tutte ugualmente speciali, tutte capaci di creare una sinergia che ci valorizzi e renda questo mondo migliore. Questo atteggiamento di cura reciproca, poi, va ben oltre ed abbraccia l’essere umano a 360 gradi perché prendersi cura del prossimo vuol dire comunque proporre un sistema di vita che spesso rovescia totalmente quello in cui normalmente viviamo e che ci proietta in un’altra dimensione, piu’ umana e sostenibile per tutti. Papa Francesco spesso parla delle periferie esistenziali e del bisogno urgente, per far fronte a questi tempi densi di sofferenza, di non rimanere indifferenti, ma di prendersi cura di chi vi si trova, magari accanto a noi. Papa Giovanni Paolo II nella lettera Mulieris dignitatem pubblicata nel 1988, scriveva “Dio affida l’essere umano alla donna” riconoscendo alla donna, arca della vita, doni tali da poter affrontare le sfide dell’essere umano a tutto tondo, del creato intero.
Non lasciamoci sminuire, schiacciare, non lasciamoci trattare come stupide bambole sorridenti e reagiamo riconoscendo la bellezza e l’importanza del nostro ruolo per la costruzione di una società più giusta. Ci sono tante donne eccezionali, che silenziosamente ogni giorno rendono questo mondo vivibile e migliore, donne “normali” che come tante tessere di un mosaico, contribuiscono a creare un disegno bellissimo che spesso ignoriamo. Ogni tesserina è indispensabile ed ha il suo posto, ogni donna annientata crea un vuoto a cui non possiamo abituarci, un vuoto che non vogliamo accettare.
Angela Palese
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