La donna è sempre stata fonte di spirazione privilegiata per l’arte
Perché la donna è sempre stata fonte di spirazione privilegiata per l’arte? Sin dai tempi più remoti, sin dalla preistoria, la donna è stata rappresentata nelle sue molteplici sfaccettature e vista come madre, santa, diavolo, amante, strega, in quanto lunatica e conoscitrice dei benefici della natura. La donna comunque da sempre ha evocato la vita, con le sue mille sfumature, e riporta l’artista a scandagliare dentro di sé il rapporto con la vita, con la madre, con la natura, con la terra. Per chi la ritrae si rivela forma di ineguagliabile fascino e spesso la forma, idealizzata, mira a rappresentare la perfezione assoluta, al di sopra di ogni forma vivente. E’ un richiamo ineguagliabile all’anelito di ogni artista, il soffio vitale della bellezza.
La parola arte stessa è femminile, come molte altre parole che sembrano indicare come il genere della parola ci suggerisca qualcosa di bello, di bello per gli occhi e per il cuore, qualcosa che va al di là della sua funzione, pur importante. Si potrebbe scrivere un libro su questo, dire pilastro ci fa pensare ad una funzione portante, sebbene possa essere anche un’opera d’arte, ma colonna ci fa immaginare giochi di luce ed eleganza… dire edificio ci fa pensare alla funzione di una costruzione, ma casa ci fa pensare a tutto, tutta una vita a volte. Anche il genere dei termini che utilizziamo nell’arte e nell’architettura risentono del fascino che evoca l’essere femminile. Come ha scritto Vittorio Sgarbi “ …non è soltanto carnalità o sensualità, o attrazione della bellezza; la figura femminile è simbolo di sogni e di bellezza…”. Sì, sogni e bellezza. Pensiamo per esempio alla Nike di Samotracia, capolavoro che sfida i secoli e che attraverso la personificazione della vittoria in una donna indomita ci trasmette molto di più che l’ammirazione di un corpo bellissimo e perfetto. E’ il sogno della vittoria, il fiero desiderio che ciascun essere umano ha nel proprio cuore e che l’artista ha saputo tradurre nella pietra.
Ma la donna rappresenta comunque sempre un sogno, in tutta la storia dell’arte ha eccitato la mente, risvegliato il sentimento e stimolato la fantasia fino a dar vita ad esplosioni di creatività, irrazionali a volte, incomprensibili, forse ispirate da uno spirito divino o soprannaturale che nell’artista spesso si manifesta nella prefigurazione, in una sorta di dormi veglia visionario, di ciò che intende tradurre in opera. Si puo’ dire che misurarsi con il tema femminile significa misurarsi con un mondo interiore che non deriva semplicemente dal l’esperienza, ma nasce dall’arricchimento del patrimonio genetico, accumulato in secoli di storia dell’arte, con il frutto, del tutto personale, del conflitto tra le pulsioni più intime e primordiali e l’eco del mondo civilizzato circostante. In realtà l’umanità al femminile emana un fascino che sempre interroga l’artista nella sua condizione, nella sua epoca, ma che inevitabilmente lo trasporta fuori dal tempo e dalla storia. Il viaggio alla ricerca inesauribile e affascinante di un messaggio di bellezza e di vita porta la donna a divenire simbolo e raffigurazione di ogni tempo, di tutti i tempi, senza tempo.
Tiziana Todi
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