Donald Trump torna ad offendere: il possibile Presidente degli Stati Uniti offende il proprio avversario Hilary Clinton con commenti sessisti, come in fondo è abituato a fare.
Donald Trump, imprenditore e magnate americano, attualmente candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, è tornato a far discutere per la sua campagna elettorale caratterizzata da toni inappropriati e offensivi. Le posizioni del repubblicano Donald Trump sono note per essere estremamente conservatrici e nazionaliste, specialmente i suoi attacchi all’Isis e a tutti i musulmani cominciano ad essere pericolosi nella loro indiscriminata istigazione all’odio e alla diffidenza verso il diverso, considerato pericoloso a prescindere, atteggiamento questo che diventa inevitabilmente autodistruttivo. Non meraviglia infatti che sia stato definito da Hillary Clinton come il miglior reclutatore dello Stato Islamico.
ECCESSI, INTOLLERANZA, SESSISMO – Che il candidato repubblicano Donald Trump utilizzasse eccessi e intolleranza per infiammare gli animi è ormai noto, perché è da ansia e paura generalizzate che le posizioni conservatrici possono trarre i maggiori vantaggi elettorali, ma avere come avversario una donna ha fatto emergere anche l’innato sessismo di Trump. Pare proprio che se se si gareggia contro una donna le offese e la volgarità siano sempre più facili. Durante un comizio in Michigan, precisamente a Grand Rapids, stava a cuore a Donald Trump ricordare la sconfitta di Hillary Clinton contro Barack Obama nel 2008, e lo ha fatto nel modo in cui evidentemente è solito rivolgersi alle signore, affermando che Clinton “got schlonged, she lost”. L’insulto tratto dal repertorio slang yiddish è già abbastanza evocativo, ma letteralmente sarebbe la versione più brutale e volgare del nostro “essere presi a ‘pesci’ in faccia”.
L’ABITUDINE AL SESSISMO – Dunque pare che un uomo, in un evento d’importanza mondiale come la campagna elettorale per la Presidenza degli Stati Uniti, nella civilissima America, esempio di democrazia in tutto il mondo, si senta autorizzato a offendere il proprio avversario in quanto donna. Perché viene spontaneo chiedersi se Donald Trump avrebbe fatto lo stesso se al posto di Hillary Clinton ci fosse stato un uomo. Ma non è la prima volta che il repubblicano pensa di poter offendere una donna in quanto donna: ricordiamo infatti che in un altro momento della campagna elettorale pensò di essere simpatico affermando che le domande scomode della giornalista Megyn Kelly dipendessero da suo ciclo mestruale. Insomma c’è chi pensa (e afferma pubblicamente) che una donna possa essere determinata solo grazie ai suoi ormoni ‘pazzerelli’, non è possibile che sia intelligente e preparata. Dal Presidente degli Stati Uniti forse si dovrebbe pretendere qualcosa di meglio.
Chiara Di Macco
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