Una nuova legge che modificherà l’articolo 5 della storica normativa del 1970 che sancisce da sempre l’obbligo di mantenimento dell’ex coniuge
Una nuova legge sarà proposta dalla Presidente della commissione giustizia alla Camera, Donatella Ferranti (PD) per “evitare che si utilizzi un divorzio per conseguire finalità di arricchimento personale a spese dell’altro“. Una nuova legge che modificherà l’articolo 5 della storica normativa del 1970 che sancisce da sempre l’obbligo di mantenimento dell’ex coniuge quando questo non abbia “mezzi adeguati“.
Proposta dalla Ferranti (PD) sul Divorzio: “Evitare arricchimento”
Ecco la proposta legislativa avanzata da Donatella Ferranti (PD), Presidente della Commissione giustizia alla Camera, volta a modificare l’articolo 5 della normativa del 1970 che stabilisce l’obbligo di mantenimento per l’ex coniuge quando quest’ultimo non abbia “mezzi adeguati“. In effetti, già lo scorso maggio, la Cassazione si era pronunciata per la prima volta contro i maxi-assegni, sostenendo che per il mantenimento non si è tenuti a garantire all’ex coniuge lo status precedente. Sulla scia di questa pronuncia la Ferranti sul Corriere della Sera spiega: “In base alla nuova interpretazione l’ex coniuge che non percepisca quanto è strettamente necessario per vivere può pretendere solo gli alimenti senza che si possa fare alcun riferimento al rapporto matrimoniale ormai estinto“. Dunque, da quanto pronunciato il Tribunale deve fissare l’assegno di mantenimento tenendo conto di una serie di parametri:
- condizioni economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito della fine del matrimonio,
- contributo personale ed economico dato da ogni coniuge alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio di ciascuno e di quello comune.
“Lo scopo è evitare abusi, che cioè si utilizzi un divorzio per conseguire finalità di arricchimento personale a spese dell’altro“, replica e sottolinea la Presidente della Commissione giustizia alla Camera.
Addio ai maxi assegni d’oro all’ex coniuge: un cambiamento epocale?
In buona sostanza, “in base alla nuova interpretazione della Cassazione l’ex coniuge che non percepisca quanto è strettamente necessario per vivere, può pretendere solo gli alimenti senza che si possa fare alcun riferimento al rapporto matrimoniale ormai estinto“. Ci si allontana così dal disegno legislativo degli anni ‘70 secondo il quale i mariti dovevano garantire uno status e tenore di vita ad hoc nei confronti della moglie. Si tratta di un cambiamento epocale? Una revisione normativa questa dettata da un cambiamento del ruolo della donna all’interno del contesto occupazionale e sociale. Infatti, oggi a differenza degli Anni Settanta le donne sono sempre più affermate nel panorama lavorativo e, ogni giorno, lottano per avere successo dal punto di vista carrieristico. Autonomia economica e volontà di assumere un buon ruolo all’interno della famiglia: la donna non è più solo una casalinga, ma un “pilastro” centrale per il nucleo familiare. La donna deve sapere conciliare la casa con la vita professionale e deve essere in grado di “portare a casa” uno stipendio. La nuova proposta legislativa sicuramente tiene conto di questo cambiamento del ruolo sociale della donna nel mondo del lavoro e mira a ridurre la durata temporale dell’assegno da un coniuge all’altro. Sarà una vera svolta per i divorzi? Staremo a vedere…
Jacqueline Facconti
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