L'intervista in esclusiva per Female World del regista Luciano Melchionna che ci racconta il suo spettacolo Dignità Autonome di Prostituzione
Si è concluso il 1 agosto con un enorme successo l’esperienza di Dignità Autonome di Prostituzione, l’originale spettacolo che da oltre 8 anni Luciano Melchionna e Betta Cianchini portano in giro per le “case chiuse dell’arte” in Italia. Per l’occasione gli Studios sono diventati dei luoghi di adescamento in cui gli attori, come delle vere prostitute in vestaglia o giacca da camera, hanno cercato di convincere gli avventori-spettatori ad acquistare la loro Pillola del Piacere Teatrale: una performance (un monologo, un balletto o un’istallazione) di circa 10/15 minuti, ispirata ai classici del teatro o frutto di testi contemporanei.
Ho incontrato il regista Luciano Melchionna per Chiedergli di raccontare a Female World questo spettacolo così particolare.
Qual è il suo background culturale: quando e come si è avvicinato al teatro?
Ero un bambino e credo che fare teatro a scuola a 7 anni abbia lasciato il segno: da allora ho cominciato a dire a tutti che io avrei fatto il cantante o il ballerino o l’attore e appena ho saputo dell’esistenza dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico non ho avuto dubbi: sarei entrato lì, e così è stato. Resta importantissimo l’incontro con il teatro a scuola: mi ha aperto la mente e dato speranza al mio animo già assai malinconico… tutti dovrebbero fare anche teatro da piccoli, è fondamentale!
Come nasce questo spettacolo? La sua critica, non troppo velata, al nostro sistema culturale che non valorizza le arti in genere da quali esperienze personali si è originata?
Sono 30 anni e forse di più che io mi occupo di teatro e cinema e ti assicuro che solo l’incoscienza più assoluta o il fuoco sacro impossibile da spegnere possono costringerti a fare questo lavoro. Io non mi sono mai lamentato né preoccupato per la povertà e le difficoltà incontrate perché mi animava e mi anima l’urgenza di dire, raccontare, esprimermi insomma trasformando la realtà, senza per questo doverla negare, anzi! Lo spettacolo nasce da un format pensato insieme da me e la Cianchini amata: ci siamo guardati intorno e gli artisti ci sono apparsi evidentemente delle ‘cortigiane’ buttate per strada a s-vendersi pur di poter esercitare il proprio mestiere, pur di poter realizzare la propria passione e allenare il proprio talento.
Quanto tempo ci ha messo dignità autonome ad affermarsi e quali sono i principali ostacoli che secondo lei ha incontrato?
DAdP è stato un successo immediato: il giorno della prima di 8 anni fa, dopo esser stato chiuso per due mesi in un corridoio a provare monologhi con tanti attori, ho avuto la percezione immediata del riscontro potentissimo che ha sul pubblico. Pochi giorni dopo avevamo le file sul marciapiede come uno spettacolo off-broadway. Difficoltà? Per esempio trovare una formula alla siae per riuscire a fare il biglietto unico con le mille performance che offrivo invece… ho tenuto i ‘cappelli’ davanti alle porte, a mò di questua, pochi giorni dopo quando siamo stati fermati, e intanto per una settimana sono stato in assedio alla siae finché i più illuminati tra loro mi hanno trovato la soluzione. Poche difficoltà ma molto poco sostegno da parte delloa cultura ufficiale o dei giornalisti ufficiali: DAdP ha migliaia di recensioni meravigliose ma poche di quelle ufficiali: è l’unico paese dove un fenomeno come il nostro non è super sostenuto da chi di dovere e valorizzato dalla stampa…
Lo spettacolo ha conosciuto variazioni nel corso del tempo?
Lo spettacolo mi racconta e racconta quello che vedo e che tocca la mia anima per cui è sempre diverso da se stesso: ad ogni edizione cambio tutto, spinto dalla convinzione che i clienti affezionati o i nuovi adepti che sopraggiungono con mille aspettative debbano essere sempre più stupiti e soddisfatti. Uno dei commenti che mi rende più felice è proprio: ‘ogni volta è sempre più bello e coinvolgente’… la struttura resta la stessa: il bordello con le maitresse e le prostitute e i prostituti ma ogni volta scrivo e racconto ciò che più di tutto, secondo me, ha bisogno di avere ‘voce’ e ‘visibilità’, dalle vicissitudine della cronaca nazionale o mondiale agli occhi dei più bisognosi che incontro per strada e mi strizzano il cuore… e questo, sia chiaro, è possibile perché mi avvalgo di super professionisti di massimo talento che mi seguono con agilità in ogni ‘follia’.
Quali sono i prossimo progetti in cantiere?
Al momento continuo con le mie ‘Dignità…’ a Cinecittà fino al primo agosto (ma si parla già di un ritorno ‘a grande richiesta’ chissà…) e dal 9 sono in prova a Napoli con il mio nuovo testo ‘L’amore per le cose assenti’ che debutterà al Festival città spettacolo di Benevento con Ente Teatro Cronaca Vesuvio Teatro. Ho in cantiere anche un altro splendido testo spagnolo e un soggetto cinematografico che spero prenda presto la sua forma… amo passare dal cinema al teatro: DAdP è proprio la sintesi tra questi due generi che ho conosciuto da vicino e di cui non posso più fare a meno.
Cristina Colaninno
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