Nella vita di un genitore sarà capitato occasionalmente di riscontrare nel proprio bambino un atteggiamento oppositivo nel momento in cui viene lasciato per andare all'asilo; fin qui nulla di preoccupate.
Difficoltà di separazione: quando il bambino non vuole andare a scuolaNella vita di un genitore sarà capitato occasionalmente di riscontrare nel proprio bambino un atteggiamento oppositivo nel momento in cui viene lasciato per andare all’asilo; fin qui nulla di preoccupate. Purtroppo però può succedere che qualche “piccola peste” si opponga in misura cosi forte che diventa difficile, se non impossibile, lasciarlo alla cura degli educatori o in situazioni in cui riesca a stare lontano dal care-giver (principale figura di accudimento).
Se il bambino non vuole essere lasciato solo, la causa è del genitore – Spesso ci si concentra sul piccolo credendo che questi non voglia o non possa sopportare di stare da solo, e probabilmente è cosi. Ma questo atteggiamento deriva, quasi sempre, da un sistema di cure particolarmente protettivo in cui il care-giver non riesce ad incentivare il bambino all’autonomia. Sarà, infatti, semplice notare degli atteggiamenti particolari messi in atto dal genitore nei confronti del bambino non adatti alla sua età come: l’allattamento consolatorio, il comprargli nuovi giochi tipici di bambini di età inferiore, ecc… Questo tipo di care-giver che ha difficoltà nell’aiutare il piccolo ad affermare la sua autonomia. In fondo, il difficile compito dell’educare non viene insegnato, ed occorre imparare talora sbagliando, l’importante è riconoscere i propri limiti e sapersi modellare adattando a comportamenti più adattivi e positivi.
Alcuni consigli utili possono essere:
– sostenere il bambino con affermazioni del tipo: questo è un posto sicuro tornerò a prenderti alle ore…
– essere rispettosi degli appuntamenti dati al bambino: non si prendono in giro i grandi e neanche i bambini!
– essere decisi nel lasciare il bambino e non farsi vedere commossi di fronte ai pianti e capricci di quest’ ultimo
– informarsi su quelli che sono i compiti di sviluppo dei bambini e rispettare la loro età
– ricordarsi che non si potrà essere sempre presenti nella vita del proprio piccolo; quindi solo un bambino ben formato ed autonomo è in grado di auto- proteggersi
– il bambino deve avere fiducia nel genitore che non lo rimprovererà sempre, ma che è disposto a spiegare e fornire utili consigli
– se si è in difficoltà, non aspettare, ma svolgere colloqui con uno specialista psicologo in modo da superare l’ impasse educativa.
Silvia Rotondi
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