Denis Mukwege, il ginecologo congolese vince il premio Sakharov

Denis Mukwege, il ginecologo congolese vince il premio Sakharov

Il premio Sakharov per la libertà di espressione è stato assegnato quest'anno al ginecologo congolese Denis Mukwege.

Il fatto – Denis Mukwege è il vincitore del Premio Sakharov 2014. Il parlamento europeo ha optato per l’assegnazione del riconoscimento per la libertà di espressione al ginecologo congolese. L’uomo è il fondatore dell’ospedale Panzi, che ha sede a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo. Nel centro vengono curate tutte le donne che riscontrano importanti problemi ginecologici e che hanno subito violenza sessuale. Per il ginecologo non è il primo riconoscimento: nel 2008 ha ricevuto il premio ‘Human Rights’ delle Nazioni Unite, il Premio Olof Palme in Svezia e nel corso di quest’anno il premio internazionale ‘Primo Levi’.

denis mukwege

Vittima di attentato e minacce – In sedici anni di attività, dal 1998, sono oltre 40mila le vittime di abusi sessuali curate da Denis Mukwege, noto come “l’uomo che ripara le donne”. Il suo non è un lavoro tranquillo, il supporto non è garantito da chi lo circonda, anzi, il ginecologo e la sua famiglia hanno ripetutamente ricevuto minacce a causa anche delle sue attività di denuncia sociale. Vittima di attentato, Mukwege vive attualmente sotto protezione nell’ospedale che ha fondato. Ciò che accade in Congo è atroce. Gli abusi sessuali assumono i connotati di veri e propri riti, svolti collettivamente ed in pubblico. Le vittime sono spesso donne di giovane età, impotenti di fronte ai fatti e private di dignità. La comunità viene così devastata costantemente, costretta a subire da anni questo trattamento.

Le parole di Denis Mukwege – Mukwege lamenta un effettivo mancato intervento della comunità internazionale e aggiunge: “Lo stupro è una vera e propria strategia. Per loro è normale che la donna soffra. Come se fosse nella sua natura, come se lo stupro di migliaia di donne fosse meno grave della morte di un solo uomo. Molti uomini credono che lo stupro sia solo un rapporto sessuale non consenziente. Ma non è così. È una distruzione della persona, e nella Repubblica Democratica del Congo va avanti sistematicamente da sedici anni. Sedici anni di demolizione delle donne, sedici anni di disgregazione di una società. E la situazione non fa che peggiorare”.

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