Marcello Cotugno mette in scena al Teatro Studio Argot Dall'Altra Parte del Bosco di Neil LaBute con la produzione di Khora Teatro, protagonisti due attori di razza: Paolo Giovannucci e Chiara Tomarelli.
Da un po’ di anni Marcello Cotugno ha avviato un percorso privilegiato di frequentazione/conoscenza con il teatro di Neil LaBute – drammaturgo, sceneggiatore e regista statunitense classe 1963 – oltre ad aver messo in scena un discreto numero di pièce, ha anche curato dello stesso autore un volume Plays 1/Trilogia della Bellezza pubblicato da Editoria&Spettacolo. Ci aveva provato anche Marco Calvani, regista italiano che vive e opera fra Roma e New York, creando un parallelo italo/americano con AdA a Spoleto nel 2013 ma è a Cotugno che dobbiamo riconoscere il merito di averci fatto amare e conoscere questo autore così intricante. Lo spettacolo che vede la realizzazione in prima nazionale presso il Teatro Argot Studio con produzione di Khora è Dall’altra parte del bosco, un testo del 2011 e racconta di Bobby e Betty, un uomo e una donna sulla soglia della maturità, due fratelli alle prese con un trasloco ove il quotidiano diventa tragico e viceversa. Relazioni familiari interrotte, legami, legacci che li tengono avvinghiati. L’occasione dell’incontro è uno sgombero di una Baita, di pertinenza della sorella, da ri-affittare nuovamente, in cui son rimasti cimeli di un precedente affittuario.
Una casa semiarredata dalla presenza di fantasmi del passato rappresentati dalle figure degli spettatori, che spesso fanno anche da ingombro scenico, e uno specchio in palcoscenico che riflette la platea ne è la dimostrazione. Siamo partecipi complici testimoni di questo atto pubblico di ammissioni e/o discolpe. La donna, preside di facoltà, chiama in aiuto il fratello a darle una mano poiché suo marito non può. In realtà è solo una scusa per far venir fuori tutto un magma di sentimenti, colpe, rancori inespressi. Un sogno americano infranto nelle sue più radicate istituzioni: famiglia, lavoro, sentimenti. Complicazione non trascurabile i due fratelli sono attratti da un sentimento che li incatena, li accomuna alla tragedia seicentesca di John Ford ‘Peccato che sia una puttana’. Via via che si dipana la storia scopriamo cose sempre più atroci con un misterioso finale che lascia davvero sorpresi. Neil LaBute è un chirurgo dei sentimenti, va a fondo fino a scavare alla radice di quello che fa più male, non risparmia nessun dolore ai suoi personaggi né tanto meno ai suoi spettatori, anestetizza quel dolore attraverso la catarsi del teatro ma non è un operazione che tranquillizza al contrario…
La regia di Marcello Cotugno, che è anche traduttore con Gianluca Ficca affastella di trovarobato teatrale il percorso degli attori, come a ricordarci che siamo in un teatro e non in un realismo cinematografico, attraverso una tradizione mediterranea, con una cassa centrale e libri, abiti, riviste sparsi un po’ ovunque mentre a scandire il dipanarsi della tragedia ci sono stangate di ferro su grate disegnate da sapienti luci che rendono lo spazio prospetticamente claustrofobico. Sui due attori protagonisti opera uno slittamento di piste sonore come in un missaggio post-produttivo. Da una parte Paolo Giovannucci: goffo, tenero, arrogante, sbruffone, commovente, incautamente divertente, disarmante nel suo moralismo bigotto. Dall’altra Chiara Tomarelli: tristemente innamorata, tragicamente disperata come solo l’afflizione per l’amore può condurre ad abissi senza fondo. A fare da raccordo una bella selezione musicale trasmessa da una radio d’epoca in un angolo della scena.
DALL’ALTRA PARTE DEL BOSCO di Neil LaBute
traduzione di Marcello Cotugno e Gianluca Ficca
regia Marcello Cotugno
con Paolo Giovannucci e Chiara Tomarelli
scena Alessandro Vannucci
produzione Khora Teatro
Teatro Argot Studio, Roma fino al 9 aprile
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