Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand

Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand

Cyrano è un poeta guascone e maldestro, è innamorato di Rossana e non sà come dirglielo, approfitta del fatto che l'oggetto del suo amore gli chiede da fare da tramite con Cristiano di cui la ragazza è invaghita e questo diventa il pretesto per Edmond Rostand per raccontare la più bella storia d'amore di tutti i tempi!

Quando Edmond Rostand si accinge a scrivere, su commissione, Cyrano, suo desiderio principale è sfruttare l’occasione per affrontare le grandi tematiche in omaggio alla sua Patria: la Francia. E quando il dramma finalmente va in scena per la prima volta è il 1897, siamo già alle porte del novecento, già son in fermento una serie di sperimentazioni avanguardistiche sia letterarie che artistiche, ma lui se ne frega, ha scritto una monumentale opera in cinque atti alla maniera romantica, ispirata al suo maestro Victor Hugo. E lo stesso personaggio principale quello spadaccino guascone e Poeta de Bergerac, è ispirato ad un personaggio realmente vissuto nel seicento. Il successo dell’opera contrariamente alle aspettative annovererà il nome del protagonista accanto a quelli più famosi e amati nella storia del teatro mondiale. Un uomo che per amore di sua cugina Rossana sfiderà ogni cosa, sé stesso principalmente, le sue paure e il mondo a lui circostante. Che non disdegnerà usare un’altra persona appena gliene viene data la possibilità, il giovane cadetto Cristiano, per veicolare passione e desiderio per la donna amata poiché la sua bruttezza e il suo impaccio gliene impediscono di rivelarli in tutto il loro ardore.

Cyrano de Bergerac

Ma la vera diversità di Cyrano, che è anche l’elemento vincente di questo personaggio, è la sua forza, la sua libertà, la sua sfrontatezza, alfine la sua vittoria. Il non adattarsi alle regole imposte dalla società lo rende diverso, lui rifugge da qualsiasi forma di integrazione o sottomissione. E’ questo forse ad averlo reso universalmente riconosciuto come il cantore dell’Amore. Cyrano oggi si bollerebbe come un disadattato, un outsider, un borderline. La sua diversità non è la bruttezza ma l’essere un uomo controcorrente. La sua unica poesia consiste proprio in questo. Scritta in versi la storia, è stata trasposta varie volte sia in cinema che in musica, ispirando molti artisti contemporanei proprio per la sua liricità e unicità. Ed è sorprendete come Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga, giovani registi dello spettacolo, abbiano deciso di portare in scena un testo apparentemente superato, utilizzando la sempre valida traduzione di Mario Giobbe. La loro freschezza e intelligenza, a volte ingenuità, nella direzione naturale degli attori dà un valore aggiunto a quanto è stato già detto intorno a quest’opera immensa. I due registi usano in maniera brillante tutta la sala del Teatro Parioli di Roma, dove hanno aperto la nuova Stagione, facendo entrare spesso gli attori direttamente dalla platea, pirandellianamente, come a sottolineare quel Teatro ideale voluto da Rostand, dove vuole proprio che inizi l’ascesa e poi tragica caduta provocata dalle incaute gesta di Cyrano.

Ed anche il palcoscenico non è praticato quasi mai in senso tradizionale, su di esso vi è posta una pedana con forte declivio che diventa l’accesso, per mezzo di botole e montanti, allo spazio vitale ove gli attori possano agire. Scena di Guido Fiorato. Moltissime le trovate originali come il Montfleury, l’attore trombone che Cyrano sbeffeggia, sembra una citazione alle maschere usate dal regista svizzero Benno Besson o anche il balcone su cui arrampicarsi per il primo bacio fra Rossana e Cristiano diventa una parete attrezzata per scalate atletiche. Ma la chiave di volta dello spettacolo è nella interpretazione tutta a trecento sessanta gradi di Antonio Zavattieri costituita di generosità ed espressività assolutamente originale. Il suo Cyrano è affascinante, sensuale e seducente. La sua bruttura è tutta interiorizzata in un percorso più rivolto verso l’analitico piuttosto che sul visivo. Il naso, di cui c’è una famosa e bellissima tirata di Rostand, è quasi normale e in ogni caso diventa comunque pretesto per la sua irascibilità. Un bellissimo percorso attoriale per riproporci ancora una volta alla memoria tutta la bellezza di questo personaggio e di questa meravigliosa storia. Da citare unitamente a tutta la compagnia di validissimi interpreti: Roberto Serpi, Alberto Giusta, Marco De Gaudio e Alice Arcuri che risolve argutamente le insidie poste nell’interpretazione di Rossana.

Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand

traduzione di Mario Giobbe

con Antonio Zavatteri, Alberto Giusta, Alice Arcuri, Marco De Gaudio, Roberto Serpi ,

Cristiano Dessì, Matteo Alfonso, Lorenzo Terenzi, Sarah Pesca, Davide Gagliardini

regia Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga

scene e costumi Guido Fiorato

luci Sandro Sussi

musiche Andrea Nicolini

produzione Compagnia Gank, Teatro de Gli Incamminati, Teatro Stabile di Genova

Teatro Parioli Peppino De Filippo, Roma, fino al 8 novembre

 

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