Durante la gravidanza è importante tenere sotto controllo la pressione; le future mamme dovrebbero misurare la pressione almeno una volta ogni quindici giorni nei primi sei mesi e una volta alla settimana negli ultimi tre, in modo da evitare seri rischi per se stesse e per il bebè.
Che cos’è la pressione arteriosa – Il cuore è una pompa che, con le sue contrazioni, invia il sangue a tutti gli organi ed i tessuti del corpo. La pressione arteriosa è quella pressione che il cuore esercita per far circolare il sangue nel corpo. Si misura in millimetri di mercurio ed è data da due numeri: la pressione sistolica e la pressione diastolica. La pressione sistolica, o massima, si misura quando il cuore si contrare e pompa il sangue nelle arterie; la pressione diastolica, o minima, invece, si misura tra due contrazioni, mentre il cuore si rilassa e si riempie di sangue.
Cosa accade durante la gravidanza – Nel corso della gravidanza, il cuore della donna è soggetto a un maggior lavoro, perché deve provvedere all’irrorazione della placenta e del feto. Nei primi due trimestri, la pressione tende fisiologicamente a scendere, per poi ricominciare ad aumentare fino al ripristino dei valori misurati prima della gravidanza. Finchè la pressione massima si mantiene al di sopra di 100 e la minima al di sopra di 70, la futura mamma non risente di alcun fastidio. Al di sotto di questa soglia possono manifestarsi capogiri, vertigini, sudori freddi. In questi casi, occorre dormire sdraiate su un fianco, alzarsi lentamente dal letto, non rimanere per troppo tempo in piedi e non esporsi a temperature troppo calde. Questi disturbi infatti, si manifestano se la donna è sottoposta a sforzi, durante la fase digestiva o se improvvisamente cambia posizione, da seduta ad alzata e viceversa. Se questi effetti persistono, bisogna consultare il medico curante. In caso di ipertensione o di rialzo improvviso della minima, bisogna necessariamente monitorarla. Se la pressione arteriosa massima sale al di sopra di 140 e la minima supera 90, oppure in presenza di un rialzo della minima di 30 mmHg, si può verificare proteinuria, ovvero comparsa anomala di proteine nelle urine. Ipertensione e proteinuria sono segnali di preeclampsia, la quale, se non viene riconosciuta e curata, può evolvere in eclampsia, patologia che comporta emorragia cerebrale, danni epatici e renali per la donna e mette a rischio la vita del bambino. Nel caso di una forma lieve, viene prescritto riposo assoluto e farmaci anti-ipertensivi, che non comportano rischi per il bebè. In forma più grave, la soluzione è partorire, ma se il bambino non ha ancora completato lo sviluppo, si ricorre a trattamenti medici che arrestano la patologia, lasciando al nascituro il tempo di completare la sua crescita. Si parla invece di ipertensione gestazionale, quando si manifesta un aumento di pressione che si risolve dieci giorni dopo il parto e non provoca edema diffuso e proteinuria. A volte invece, la pressione alta è una latenza del periodo prima della gravidanza; in questo caso occorre prestare attenzione alla dieta alimentare .
COMMENTI
[…] volte il rischio di sviluppare patologie come diabete e preeclampsia (sindrome caratterizzata da ipertensione, edemi, problemi epatici, renali e coagulatori). Durante l’attesa, quindi, la mamma non deve […]