Contraccezione: negli USA tre giudici donne si ribellano

Contraccezione: negli USA tre giudici donne si ribellano

Tre giudici donne si ribellano in seguito alla sentenza della Corte Suprema.

Contraccezione, la sentenza- Negli USA, una sentenza della Corte Suprema ha stabilito che le aziende non sono obbligate a pagare per la contraccezione dei loro dipendenti, se questo contrasta con i principi religiosi su cui i titolari dell’azienda stessa sostengono di basarsi. La Corte ha affermato che la legge non può discriminare contro uomini e donne che vogliono gestire i loro affari nella maniera richiesta dalla loro fede religiosa.

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Le conseguenze- Il primo effetto di questa sentenza è l’estensione del diritto alla libertà religiosa al mondo commerciale, basato sul profitto. In secondo luogo, la sentenza apre il dibattito sulle materie contro le quali un’azienda può avanzare delle obiezioni. Nel caso specifico di questa sentenza, i titolari dell’Oklahoma Hobby Lobby, catena di oggetti di arredamento per la casa, sono di religione cristiana, ma in futuro i titolari di altre aziende potrebbero appartenere a diverse confessioni religiose e obiettare su altre procedure: vaccini, trasfusioni, ecc. Infine si discute su quali aziende hanno diritto all’esenzione dalle spese contraccettive per i propri dipendenti; oggi soltanto quelle a “conduzione familiare”, ma in futuro potranno rifiutare la copertura sanitaria anche i dirigenti di grandi corporations. Si tratta quindi di una sconfitta per gli obiettivi dell’Affordable Care Act, la riforma sanitaria di Barack Obama, e più in generale per le donne e i laici americani.

Tre giudici donne si ribellano- Dei nove giudici che costituiscono la Corte Suprema degli USA, tre, tutte donne, hanno espresso  il loro dissenso in merito alla sentenza. Si tratta di Sonia Sotomayor,  Elena Kagan e Ruth Bader Ginsburg, tutte di ispirazione progressista. La Sotomayor, fattasi portavoce del dissenso, ha evidenziato le contraddizioni dei colleghi e affermato che questa decisione mina la fiducia delle persone nella Corte Suprema. Secondo la Sotomayor, la sentenza aggiunge inutili costi e complicazioni burocratiche, e che in futuro migliaia di altri obiettori saranno spinti a invocare le stesse esenzioni.

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