Il congedo parentale è una legge in Italia che tutela e dà diritti sia il sesso femminile, sia quello maschile. Durante la gravidanza, la donna non deve fare lavori pericolosi per lei stessa e il bambino.
Il congedo parentale è una legge in Italia che tutela e dà diritti sia il sesso femminile, sia quello maschile. Durante la gravidanza, la donna non deve fare lavori pericolosi per lei stessa e il bambino. C’è la possibilità che le vengano affidate altre mansioni, ma soprattutto opportunità di congedi e permessi. Ecco un quadro dei diritti di chi lavora nel pubblico o ha un contratto a tempo indeterminato. Qualcosa è cambiata anche nella situazione di donne precarie o parasubordinate, ma non è ancora consolidata. Nella cura dei bambini sono coinvolti anche i papà e qualcosa si muove anche in questa direzione.
Astensione obbligatoria dal lavoro – Nei due mesi dalla data presunta del parto e tre mesi dopo, le lavoratrici hanno la facoltà di astenersi dal lavoro. Il congedo si anticipa se la mamma svolge un lavoro rischioso. Può essere preso anche da lavoratrici a progetto, autonome e libere professioniste. A loro spettano 5 mesi di stipendio all’80%. Oltre ai 5 mesi di congedo, i genitori dispongono di 10 mesi di congedo parentale retribuito al 30%, 11 se il padre resta a casa 3 mesi consecutivi. Se il parto è anticipato, il periodo che la madre non ha potuto utilizzare, viene aggiunto a quello da usufruire dopo la nascita. Le mamme lavoratrici dipendenti, che adottano o prendono in affido un bambino, hanno diritto al congedo di maternità retribuito all’80% per i primi 5 mesi dall’arrivo del piccolo.
Quando il bambino è ammalato – L’art. 47 del decreto legge prevede che mamma o papà restino a casa per accudire il figlio ammalato, ma questi giorni non sono retribuiti. Fino ai 3 anni, i genitori possono assentarsi dal lavoro per tutta la malattia del piccolo. Fino agli 8 anni hanno 5 giorni all’anno ciascuno per prendersene cura.
Lavoro maschile e congedi parentali. Con il decreto 92/2012 Fornero – Grilli, i papà lavoratori dipendenti hanno diritto a 3 giorni di congedo, uno obbligatorio e due facoltativi, entro 5 mesi dalla nascita del piccolo. Sono pagati al 100%. Il giorno di congedo obbligatorio di papà si somma a quelli della mamma. I 2 giorni facoltativi sono invece alternativi e non cumulabili con quelli dalla madre. Ogni genitore può chiedere periodi di congedo continuativo o frazionato fino a 6 mesi, nei limiti dei 10 o 11, fino agli 8 anni del figlio. Il congedo parentale di 6 mesi, così come i 3 giorni del papà, spettano anche ai genitori adottivi o affidatari, entro gli 8 anni dall’ingresso del bambino in famiglia. Dal 2013 i congedi parentali si possono prendere a ore e non più a giorni soltanto.
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